Guido Scorza (Garante Privacy) rompe il silenzio e si esprime sul "dossier Rodotà" (e ci invita a scrivergli)

Sembra incredibile ma Guido Scorza (membro del Collegio del Garante Privacy), invece di seguire l'orientamento più classico e più sensato secondo cui i documenti anonimi non si commentano, si è espresso pubblicamente sul famigerato dossier "Garantismi o personalismi" firmato da un finto Stefano Rodotà e circolato nei giorni scorsi.

La fonte è un messaggio nella lista di discussione Nexa.polito.it, lista che a suo tempo (ormai circa 10 anni fa) ho frequentato molto anch'io e che ora ho abbandonato. Trattandosi di una lista con archivi pubblici ciò che viene scritto lì rimane a disposizione pubblicamente per tutti sul web, anche coloro che non sono iscritti alla lista. Il link al messaggio in lista è questo (https://server-nexa.polito.it/pipermail/nexa/2025-July/054678.html) ma per qualche motivo tecnico il messaggio di Scorza compare come allegato e non come testo semplice (si veda nell'immagine il link evidenziato in verde). Ciò comporta che per leggerlo bisogna "epurarlo" di alcune sbrodolate di html. Per comodità di lettura anche di coloro che non sono avvezzi all'html, riporto qui sotto il testo del messaggio.

È interessante anche tutta la discussione innescatasi nella lista Nexa su questo argomento; alcuni hanno colto l'occasione per aggiungere carne al fuoco rispetto ai temi già sollevati nel dossier, altri addirittura hanno chiesto espressamente a Scorza di prendere posizione su alcuni argomenti specifici del dossier e alcuni comportamenti poco limpidi del Garante. Potete leggere tutta la discussione in ordine cronologico a questo link: https://server-nexa.polito.it/pipermail/nexa/2025-July/date.html.

Come leggerete nella parte finale del suo messaggio, lo stesso Scorza invita chi volesse avere chiarimenti su ciò che è scritto nel dossier a scrivergli via email (all'indirizzo g.scorza@gpdp.it). Applaudiamo gioiosi a questa sua ennesima prova di trasparenza e di apertura al dialogo! Quindi invito tutti a scrivergli un'email chiedendo queste spiegazioni che tutti vorremmo ricevere. In particolare chiediamogli: quali parti di quel dossier sono false e tendenziose se non addirittura diffamatorie (come lui paventa)? Siamo certi che risponderà a tutti; magari ci vorrà un po' di tempo, ma vedrete che risponderà. Se l'ha detto è perché lo farà; è uno di parola lui.

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TESTO DELL'EMAIL PUBBLICA DI GUIDO SCORZA

Caro Juan Carlos, care/i tutte/i,

seguo da tantissimo questa lista che è stata ed è parte essenziale del mio bagaglio culturale e stimo da anni oltremodo decine di suoi membri senza contare quelli ai quali mi legano amicizia, esperienze e sentire comuni.

Ho troppo rispetto per le discussioni che si affrontano qui per leggerne una relativa a una vicenda che mi ha, mio malgrado, per involontario protagonista e restare in silenzio, fingendo di non esserci.

Non posso – perché evidentemente di parte – e non voglio entrare nel merito della discussione in corso sull'opportunità di far circolare o meno in lista il documento.

È una questione che non conosco persone più capaci di discutere e decidere dei partecipanti a questa lista.

Nella dimensione pubblica, fuori da qui, ho scelto di non commentare il documento che, peraltro, non mi è mai stato trasmesso dal suo autore o dai suoi autori e mi è semplicemente stato inoltrato – con un certo ritardo rispetto alla sua prima uscita – da alcuni amici che lo avevano ricevuto.

Le ragioni alla base di questa scelta sono tante e, tra queste, certamente il fatto che una parte di me rifiuta culturalmente l'idea di commentare l'opinione di un collega o di un paio di colleghi che, pur conoscendomi benissimo, non solo e non tanto scelgono di criticarmi e, in alcuni passaggi, credo, diffamarmi (ma non tocca a me dirlo) in forma pseudonima ma, soprattutto, per farlo disturba/no la memoria di una persona alla quale devo tantissimo (incluso il lavoro che faccio in questo momento) e alla quale ero legatissimo, collocandolo, chissà perché, in un'ala nobile del purgatorio, non meritando – assieme a tutti i giuristi – più di questo.

La forma talvolta è sostanza e qui a me pare, in tutta sincerità, la forma sia grottesca e impietosa non verso di me ma verso Stefano del quale l'autore si erge, sospetto senza averlo mai conosciuto, a interprete del pensiero.

Ma questa mia scelta riguarda, appunto, la dimensione pubblica.

Il rapporto con decine tra i partecipanti a questa lista è completamente diverso.

Con molti ho discusso a lungo, in questi primi cinque anni al Garante, di alcune mie scelte in particolare di comunicazione, con alcuni trovandomi d'accordo e da alcuni ricevendo incoraggiamenti e plausi, con alcuni trovandomi in rispettabilissimo disaccordo e ricevendo critiche anche molto dure.

Ovviamente sempre a viso aperto, spesso in presenza, qualche volta via mail come è giusto e naturale che sia per chi come me sceglie, per un periodo della sua vita, di svolgere una funzione pubblica.

In questo contesto, pertanto, ci tengo semplicemente a ribadire – per chi mi conosce credo sappia che questo è il mio modo di fare e di essere – che sono a disposizione di chiunque abbia ricevuto e letto il documento e abbia qualsivoglia genere di legittimo dubbio (a prescindere dalla forma e dalla natura pseudonima dello scritto) sul suo contenuto e sul mio agire in questi primi cinque anni al garante.

Chi crede mi contatti pure in privato e sarò felice di provare a sciogliere ogni eventuale dubbio.

Sto ricevendo centinaia di messaggi di solidarietà (credo non necessari considerata la natura dell'iniziativa) e sto provando a rispondere a tutti con la conseguenza che la mia risposta potrebbe non essere immediata.

Per contattarmi vi prego di utilizzare l'indirizzo g.scorza@gpdp.it che è meno "affollato" di quello privato dal quale scrivo.

Un caro saluto a tutte\i e sempre grazie per le preziosissime discussioni che accendono ogni giorno riflessioni preziose anche da queste parti.

Guido S.

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