Finalmente ho letto il famigerato dossier sul Garante Privacy e sono arrivato alla conclusione...

Finalmente ho letto il famigerato dossier sul Garante Privacy firmato da Stefano Rodotà e sono arrivato alla conclusione che non c'è nulla di sconvolgente. Nel senso... Da come era stato presentato in alcuni articoli circolati nei giorni scorsi (eccessivamente sbilanciati verso il sensazionalismo e la dietrologia), sembrava una bomba con risvolti perversi portati alla luce dal nulla. Invece no, è solo un collage di cose GIÀ NOTE A TUTTI quelli del settore (ovviamente a tutti quelli dotati di occhi funzionanti, senza fette di prosciutto davanti).

Unica annotazione puramente stilistica: mi sarei risparmiato tutto il pippone narrativo su Rodotà che gioca a scacchi e non avrei disturbato un morto (che per fortuna sua è passato a miglior vita appena prima di vedere questo declino istituzionale), dato che si potevano dire le stesse cose anche firmandosi Tizio o Caio o anche non firmandosi. Per non parlare delle immagini generate con AI che sono abbastanza sciatte (soprattutto quella in stile Studio Ghibli in prima pagina); mio nipote di 12 anni probabilmente avrebbe tirato fuori qualcosa di più accattivante.

Ma al di là degli aspetti stilistici (assolutamente secondari), quelle raccontate nel documento sono tutte cose circolate sui social, cose che io e altre persone (avvocati, professori, giornalisti) avevano già fatto notare. Molte sono addirittura prese dai profili social degli interessati (cioè dai membri del collegio del Garante Privacy) e dai loro "congiunti" e collaboratori. Quindi cosa c'è di così eclatante?

Forse a causa dell'information overload e dello stream serrato dei social media ci siamo rincoglioniti a tal punto che dimentichiamo molto velocemente, prestiamo poca attenzione, ci perdiamo le connessioni tra i fatti, vediamo un continuo fluire senza cogliere il quadro in cui esse si inseriscono. Quel documento ci sbatte in faccia in un'unica fotografia (impietosa) tutti i pezzi del puzzle, con tanto di immagini e link; e quindi ci sembra particolarmente efficace e di impatto. Ma – lo ripeto – non c'è nulla di nuovo. Sono tutte cose note e a volte ammesse candidamente dagli stessi interessati in sede pubblica.

Da avvocato trovo anche surreale che qualcuno (probabilmente digiuno di nozioni giuridiche) abbia paventato conseguenze penali e raffiche di denunce e querele. Denunce per cosa di preciso? Per aver messo insieme dei pezzi di informazione già disponibili pubblicamente, per di più raccontati con linguaggio pacato ed equilibrato, senza espressioni offensive o volgari?! Io ho scritto pubblicamente parole ben più pesanti a carico dei membri del Garante e per ora sono a piede libero. E poi denunce a carico di chi di preciso? A carico degli autori? A carico di quelli che l'hanno diffuso (che non è detto coincidano con gli autori)? A carico di tutti quelli che l'hanno ricondiviso? 

Se pensate sia uno scenario realistico, allora ditelo che stiamo vivendo nell'Unione Sovietica del 1977 e non nell'Italia del 2025. Tutti a riempirsi la bocca con parole tipo trasparenza della PA, accesso civico, controllo diffuso, whistleblowing; e poi si stigmatizza un dossier del genere che invece ha il merito di mettere in luce dei comportamenti distorti e patologici di un'istituzione nazionale che incide su tutti i cittadini. Dai su. 

L'articolo di questa mattina del collega Andrea Monti apre gli occhi a molti giuristi che sembrano brancolare annebbiati dall'aura da avanspettacolo che ammanta il Garante Privacy da qualche anno a questa parte. Le autorità indipendenti sono cosa buona finché si comportano da difensore civico, da vigile super partes, e finché sono in mano a persone davvero indipendenti ed equilibrate. Altrimenti diventano dei pericolosissimi centri di potere, dei poltronifici e dei luoghi per scambi di favori... come appunto sta accadendo nel Garante Privacy.

Visto il contenuto innocuo e anzi meritevole di attenzione del dossier, sto valutando di pubblicarlo io serenamente sui miei canali. A titolo solo precauzionale vorrei oscurare i nomi di persone fisiche che non hanno cariche pubbliche che quindi hanno diritto a rimanere anonime, benché non sia difficile capire di chi si tratta. Ma è estate, sto partendo per le ferie e quindi non so quando avrò tempo e voglia di fare quel lavoro. Tanto so che in molti l'hanno già visto e condiviso privatamente. 

Ora mi limito a condividere la copertina e l'indice sommario del dossier con qualche piccola cancellazione.





Commenti