Nuovo podcast per Iuslaw Web Radio: beni culturali, “pseudo-copyright” in contrasto con la normativa europea?

Dopo la piacevole esperienza dello scorso luglio (VEDI), sono stato ancora ospite del collega Andrea Michinelli e della sua rubrica specialistica per IusLaw Web Radio, intitolata "Un podcast in cerca d'autore" e dedicata proprio al mondo della proprietà intellettuale e del diritto d'autore.

Mentre nella puntata di luglio avevamo preso le mosse dalla consultazione pubblica sulle nuove linee guida ministeriali in tema di open data, a questo giro ci siamo occupati di un altro argomento strategico e attualissimo, anch'esso oggetto di una recente consultazione pubblica: il tema della digitalizzazione del patrimonio culturale e dei problemi di proprietà intellettuale emergenti (con potenziale restrizione del concetto di pubblico dominio).

Il tema è regolamentato da un complesso e non proprio lineare quadro normativo (che ho cercato di ricostruire in questo documento); con la sponda di Michinelli ho cercato di fare chiarezza e di mettere in mostra le questioni più delicate. 

Ascoltate l'intero podcast a questo indirizzo. Per approfondire il tema, rimando a un mio articolo uscito sempre a luglio sul sito Agendadigitale.eu (Lo “pseudo-copyright” sui beni culturali: ecco perché è un problema tutto italiano).



ABSTRACT: Parliamo nuovamente con Simone Aliprandi: ci fa capire come sulla riproduzione dei beni culturali delle arti visive paia oggi sussistere uno “pseudo-copyright”, una limitazione indebita al loro utilizzo, su opere che magari non hanno nemmeno mai avuto una tutela di diritto d’autore. Tanto più considerando che, tuttora, è in consultazione pubblica il piano del Ministero della Cultura per la digitalizzazione del patrimonio culturale, da una costola del PNRR: fa specie, allora, che alcune importanti norme del Codice dei Beni Culturali sembrino persino in contrasto con la recente riforma del diritto d’autore, con la Direttiva 2019/790.

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