Privacy e data protection non sono due concetti coincidenti. E più precisamente ce lo spiega un chiarissimo post LinkedIn di Andrea Broglia, avvocato e divulgatore impegnato proprio in questo settore. La differenza segnalata dal post mi ricorda quella tra i concetti di copyright e di diritto d'autore, che spesso mi trovo a spiegare nei miei corsi e nei miei testi. Vai al post qui: https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7040938547012378625/.
Ecco un estratto del post:
Il termine privacy è stato utilizzato per la prima volta negli Stati Uniti, verso la fine del 1800, in un famoso articolo pubblicato sulla rivista The Harvard Law Review da due avvocati, infastiditi dall’intrusione di alcuni fotografi durante il matrimonio della figlia di uno dei due, evento pubblico ma pur sempre “intimo” e privato. Ancora oggi [...] è riferibile al rispetto per la vita privata, familiare, dei luoghi di abitazione, delle proprie comunicazioni, della propria intimità.
Ha, dunque, un significato più ampio e profondo del termine data protection, più europeo, [...] sorto dopo la seconda guerra mondiale anche come reazione alle conseguenze delle discriminazioni causate dai regimi totalitari dell’epoca.
Riporto il post in versione embedd qui sotto.
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