Come molti avranno già appreso seguendo i miei canali social, a breve uscirà un mio libro intitolato "Cronache dalla radura. Riflessioni ed esperienze sulla complessità delle relazioni di coppia" (leggi la scheda di presentazione qui https://aliprandi.org/books/radura/). No, non era una goliardata per intrattenere i miei follower con un diversivo; il libro uscirà davvero e sarà ben più serio e impegnato di quanto ho cercato di trasmettere con i post “minchioni” e autoironici di queste ultime settimane.
Molti mi hanno chiesto come mai questa scelta atipica di una pubblicazione su un tema così diverso da quelli da me precedentemente scritti o curati. L'interrogativo è legittimo, e cerco di darvi una risposta riprendendo quanto scritto nella post-fazione dell'opera.
Se consideriamo anche le traduzioni e i libri di cui sono curatore, questo è il quindicesimo libro che ho pubblicato. Il quindicesimo e anche il più difficile. Non solo perché tratta argomenti fuori dalle mie competenze professionali e quindi mi ha costretto ad utilizzare strumenti intellettuali diversi rispetto ai precedenti libri, ma anche perché mi ha costretto a rispolverare storie e avvenimenti personali che mi hanno messo alla prova. Non c’è dubbio che ciò abbia avuto una funzione anche – per così dire – terapeutica, ma non è stato indolore attingere di nuovo a quei cassetti della mia memoria.
Nell’idea originaria doveva essere un semplice pamphlet di riflessioni personali ed estemporanee, buttate giù quasi a casaccio; ma poi si è evoluto in qualcosa di ben più articolato e complesso. In alcuni momenti, durante la scrittura, ho avuto la percezione che l’impresa fosse fuori dalla mia portata, ma poi pian piano mi sono sentito sempre più a mio agio con l’argomento e con la forma che stava prendendo l’opera.
Chi è abituato a leggere miei libri e articoli sul tema del diritto d’autore e del diritto delle nuove tecnologie penserà che mi sono bruciato il cervello, che a furia di parlare di licenze anche il mio buon senso si è preso una licenza, che anch’io affacciandomi ai quaranta inizio a dare i primi sintomi da crisi di mezza età... forse sono tutte spiegazioni plausibili, che onestamente non mi sento di smentire categoricamente. Resta il fatto che questo libro è stato per me un passo importante verso un terreno non esplorato e che mi ha permesso di misurare le mie capacità di argomentazione e scrittura anche su temi che non sono il mio pane quotidiano.
Tra l’altro, ora che il lavoro è concluso, realizzo che anche scrivere questo libro, occuparmi di questi temi, rivolgermi a un pubblico diverso da quello a cui mi rivolgo da ormai quindici anni, in fondo, è stato – utilizzando la metafora che fa da sfondo a tutto il libro – anch’esso un modo per farmi un altro giro nella radura.
Non mi resta quindi che lanciarvi il classico "rimanete connessi!"; nelle prossime settimane su tutti i miei canali ci saranno aggiornamenti costanti proprio su questa iniziativa. Su questo blog vi basterà cercare la tag "radura".
Molti mi hanno chiesto come mai questa scelta atipica di una pubblicazione su un tema così diverso da quelli da me precedentemente scritti o curati. L'interrogativo è legittimo, e cerco di darvi una risposta riprendendo quanto scritto nella post-fazione dell'opera.
Se consideriamo anche le traduzioni e i libri di cui sono curatore, questo è il quindicesimo libro che ho pubblicato. Il quindicesimo e anche il più difficile. Non solo perché tratta argomenti fuori dalle mie competenze professionali e quindi mi ha costretto ad utilizzare strumenti intellettuali diversi rispetto ai precedenti libri, ma anche perché mi ha costretto a rispolverare storie e avvenimenti personali che mi hanno messo alla prova. Non c’è dubbio che ciò abbia avuto una funzione anche – per così dire – terapeutica, ma non è stato indolore attingere di nuovo a quei cassetti della mia memoria.
Nell’idea originaria doveva essere un semplice pamphlet di riflessioni personali ed estemporanee, buttate giù quasi a casaccio; ma poi si è evoluto in qualcosa di ben più articolato e complesso. In alcuni momenti, durante la scrittura, ho avuto la percezione che l’impresa fosse fuori dalla mia portata, ma poi pian piano mi sono sentito sempre più a mio agio con l’argomento e con la forma che stava prendendo l’opera.
Chi è abituato a leggere miei libri e articoli sul tema del diritto d’autore e del diritto delle nuove tecnologie penserà che mi sono bruciato il cervello, che a furia di parlare di licenze anche il mio buon senso si è preso una licenza, che anch’io affacciandomi ai quaranta inizio a dare i primi sintomi da crisi di mezza età... forse sono tutte spiegazioni plausibili, che onestamente non mi sento di smentire categoricamente. Resta il fatto che questo libro è stato per me un passo importante verso un terreno non esplorato e che mi ha permesso di misurare le mie capacità di argomentazione e scrittura anche su temi che non sono il mio pane quotidiano.
Tra l’altro, ora che il lavoro è concluso, realizzo che anche scrivere questo libro, occuparmi di questi temi, rivolgermi a un pubblico diverso da quello a cui mi rivolgo da ormai quindici anni, in fondo, è stato – utilizzando la metafora che fa da sfondo a tutto il libro – anch’esso un modo per farmi un altro giro nella radura.
Non mi resta quindi che lanciarvi il classico "rimanete connessi!"; nelle prossime settimane su tutti i miei canali ci saranno aggiornamenti costanti proprio su questa iniziativa. Su questo blog vi basterà cercare la tag "radura".
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