Chi segue le mie attività, collega normalmente il mio nome a progetti come Copyleft-Italia.it (la mia prima creatura), i miei libri divulgativi sulle nuove frontiere del diritto d'autore, il più recente Copyright-Italia.it o il team di professionisti specializzato Array.eu.
Da oggi inizierete a vedere il mio nome associato anche ad un altro progetto, che in realtà si pone come ben più ambizioso e impegnativo di tutti gli altri. Si chiama JurisWiki, è un sito web collaborativo (sul modello wiki, appunto) e vuole diventare (se la fortuna mi assisterà) una delle principali fonti di informazione giuridica disponibili in Italia.
Ad oggi, giorno della sua effettiva messa online, il sito contiene più di SEICENTOMILA contenuti tra sentenze, ordinanze e decreti delle massime corti italiane. Tutti i provvedimenti sono organizzati secondo dei metadati indentificativi che permettono un'elevata reperibilità e svariate possibilità di riorganizzazione. Ma appunto non si tratta unicamente di un database di provvedimenti ufficiali (che in realtà esistono già presso le loro fonti ufficiali); si tratta di una piattaforma su cui gli utenti possono caricare nuove sentenze oppure commentare e massimare le sentenze esistenti. Una sorta di Wikipedia della giurisprudenza, se mi passate il paragone; con un chiaro approccio open e condiviso alla gestione dei contenuti. Con JurisWiki l'open access e l'open data arrivano a toccare finalmente anche il settore dell'informazione giuridica, tradizionalmente dominato dai database proprietari e a pagamento.
Ci sto lavorando da quasi due anni con un investimento di energie e risorse non indifferente. Ora sono sicuro che sia giunto il momento di buttare il cuore al di là dell'ostacolo e andare online per vedere che cosa succede. Gli interrogativi tuttora irrisolti sono molti e sostanziali, primo tra tutti il problema del famigerato diritto all'oblio (su cui non ho trovato risposte univoche nonostante io abbia interpellato i migliori esperti del settore esistenti in Italia) e quello della sostenibilità economica di un sito di tali dimensioni e tale complessità.
Le risposte che mi servono per poter dire "ok, questa e la strada giusta" le potrei avere unicamente guardando progetti simili e studiando il loro esempio. Ma, come spesso avviene quando ci si muove sul terreno dell'innovazione, questi precedenti non ci sono (quanto meno in Italia); nessuno ha mai provato a fare quello che ho fatto io e questo da un lato mi carica di motivazione e di slancio, dall'altro mi mette un po' di agitazione.
Ad ogni modo, se state leggendo questo post, vuol dire che in realtà è troppo tardi per fare questo tipo di elucubrazioni, dato che il sito è già online. Vi basta andare su http://juriswiki.it per vederlo e soprattutto per iniziare a "giocarci" un po'.
Ora quindi non resta altro che stare a vedere che cosa succede, e confidare nel vostro contributo; un contributo che, in questa fase ancora sperimentale, può anche fermarsi a qualche commento e suggerimento (ogni spunto è preziosissimo), ma mi auguro che abbiate voglia di registrarvi e partecipare attivamente al gioco fin da subito.
Potete seguire le sorti del progetto anche su Facebook e su Twitter.
Da oggi inizierete a vedere il mio nome associato anche ad un altro progetto, che in realtà si pone come ben più ambizioso e impegnativo di tutti gli altri. Si chiama JurisWiki, è un sito web collaborativo (sul modello wiki, appunto) e vuole diventare (se la fortuna mi assisterà) una delle principali fonti di informazione giuridica disponibili in Italia.
Ad oggi, giorno della sua effettiva messa online, il sito contiene più di SEICENTOMILA contenuti tra sentenze, ordinanze e decreti delle massime corti italiane. Tutti i provvedimenti sono organizzati secondo dei metadati indentificativi che permettono un'elevata reperibilità e svariate possibilità di riorganizzazione. Ma appunto non si tratta unicamente di un database di provvedimenti ufficiali (che in realtà esistono già presso le loro fonti ufficiali); si tratta di una piattaforma su cui gli utenti possono caricare nuove sentenze oppure commentare e massimare le sentenze esistenti. Una sorta di Wikipedia della giurisprudenza, se mi passate il paragone; con un chiaro approccio open e condiviso alla gestione dei contenuti. Con JurisWiki l'open access e l'open data arrivano a toccare finalmente anche il settore dell'informazione giuridica, tradizionalmente dominato dai database proprietari e a pagamento.
Ci sto lavorando da quasi due anni con un investimento di energie e risorse non indifferente. Ora sono sicuro che sia giunto il momento di buttare il cuore al di là dell'ostacolo e andare online per vedere che cosa succede. Gli interrogativi tuttora irrisolti sono molti e sostanziali, primo tra tutti il problema del famigerato diritto all'oblio (su cui non ho trovato risposte univoche nonostante io abbia interpellato i migliori esperti del settore esistenti in Italia) e quello della sostenibilità economica di un sito di tali dimensioni e tale complessità.
Le risposte che mi servono per poter dire "ok, questa e la strada giusta" le potrei avere unicamente guardando progetti simili e studiando il loro esempio. Ma, come spesso avviene quando ci si muove sul terreno dell'innovazione, questi precedenti non ci sono (quanto meno in Italia); nessuno ha mai provato a fare quello che ho fatto io e questo da un lato mi carica di motivazione e di slancio, dall'altro mi mette un po' di agitazione.
Ad ogni modo, se state leggendo questo post, vuol dire che in realtà è troppo tardi per fare questo tipo di elucubrazioni, dato che il sito è già online. Vi basta andare su http://juriswiki.it per vederlo e soprattutto per iniziare a "giocarci" un po'.
Ora quindi non resta altro che stare a vedere che cosa succede, e confidare nel vostro contributo; un contributo che, in questa fase ancora sperimentale, può anche fermarsi a qualche commento e suggerimento (ogni spunto è preziosissimo), ma mi auguro che abbiate voglia di registrarvi e partecipare attivamente al gioco fin da subito.
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