Recensione di Marco Solforetti uscita sulla webzine "open" Be-CREATIVE (numero 6, giugno 2014). Il PDF integrale del libro è disponibile qui.
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Ci sono occasioni, esigenze, momenti in cui la sete di sapere è
alimentata da esigenze personali e professionali. E quando questo
bisogno non può essere soddisfatto si trasforma in frustrazione. Così
accade ogni volta che entriamo nel merito dei diritti d’autore,
copyright, licenze, Siae, Creative Commons.
La mia professione mi ha portato a dover essere informato su tali argomenti. Prima come disc jockey, poi come produttore, infine come consulente di musica. Le norme da rispettare sono molteplici e cambiano velocemente. Quasi mai di pari passo alla tecnologia. Le regolamentazioni in materia faticano a stare al passo coi tempi e diventano presto obsolete. Rispetto a dieci anni fa molte cose sono cambiate nella musica, nella diffusione della medesima, nelle esibizioni dal vivo. Ho sempre faticato molto a captare subito le “nuove regole” e le nuove interpretazioni. Spesso vengono emesse in ritardo, quando arrivano sono difficilmente reperibili e quando lo diventano risultano espresse in forma sibillina.
Ecco che quando ho iniziato a leggere su vari blog Simone Aliprandi e le sue “pillole”, ho subito pensato all’estrema utilità degli argomenti discussi. Ed anche affascinato dalla forma estremamente semplice con la quale vengono trattati. Leggendo le referenze di Aliprandi capisco che siamo di fronte ad un professionista. Di quelli veri, che poco lasciano all’interpretazione superficiale dettata dall’improvvisazione o dalle mode del momento. Quando gli argomenti si spiegano in questo modo vuol dire che c’è una grande padronanza della materia. Solo con queste competenze si riesce a semplificare un argomento complesso. Albert Einstein diceva: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”.
Ecco che quando ho digitato Aliprandi su un motore di ricerca di libri ho trovato una bibliografia interessante (vedi tutte le opere di Aliprandi). La mia sete di sapere ha scatenato il mio “io compulsivo” con l’ordine di acquistarli tutti. Come spesso accade ultimamente, il bisogno di conoscenza innesca un meccanismo diabolico: prima si compra il formato e-book, poi dopo averlo letto, se il libro merita, si compra la versione stampata. Perché la carta odora, si tocca, si piega. A me fa ancora questo effetto. Un piacevole effetto.
Lo sapevate che copyright e diritti di autore non sono la stessa cosa? Sapevate che i copyright seguono la rivoluzione industriale dei paesi anglosassoni mentre i diritti d’autore derivano dalla rivoluzione francese?
E che fra le due definizioni cambiano anche i diritti morali? E sapevate che i bollini Siae, quelli piccoli argentati incollati su libri e cd per intenderci, non hanno niente a che vedere con la tutela dei diritti d’autore? I bollini argentati sono una garanzia che ciò che si acquista è un prodotto originale e non una copia contraffatta. Non sapevo queste cose.
Nonostante le continue ricerche e confronti con colleghi, molte delle 100 risposte presenti nel libro le ho piacevolmente imparate. Sono una novità. Gran parte delle risposte sulle Creative Commons sono una novità. Come sono nate, le applicazioni, le licenze di utilizzo. Le Creative Commons sono uno strumento importante, potente, di moderna concezione. Sono adatte a tutti coloro che maneggiano contenuti d’ingegno. Sono gratuite e facilmente utilizzabili, geniali.
Interessante anche la parte relativa alle band. Come tutelare ogni singolo membro, come registrare i brani, come comportarsi per regolamentare le esibizioni. E se la band esegue brani che non fanno parte del repertorio gestito dalla Siae? E se qualcuno all’interno della band viene meno alla parola di gruppo e vuole appropriarsi della musica e del nome? Un marchio è tutelato nello stesso modo di una canzone? E un’idea possiamo tutelarla?
Il libro è diviso in argomenti specifici. Diritto d’autore, Siae, tutela del marchio, Creative Commons. Sono quattro argomenti suddivisi a loro volta in livelli. Le risposte sono esaurienti, oltre 100 (111 in totale) e ben spiegate. Di recente stavo cercando di capire come ci comportiamo di fronte ad una cover, se possiamo inciderla su un cd e soprattutto se possiamo rivenderla. Il libro lo spiega.
Nel mio settore troppo spesso regna sovrana la superficialità e questo è un male che penalizza un po’ tutti. Mai si è vista una categoria “ignorante” emergere e far valere finalmente i propri diritti, a testa alta. Ma se non rispettiamo le regole, perché si é ignoranti come possiamo difendere ed ottenere i diritti ? La legge non ammette l’ignoranza. Ultimamente la tollero poco anche io e questo è un buon libro per esserlo un po’ meno, ignoranti.
Il libro si intitola: Pillole di diritto per creativi e musicisti, 100 e più rispostesu copyright, licenze, marchi, Siae, Creative Commons. Se abbiamo a che fare con esibizioni, produzioni, edizioni, se scriviamo articoli, testi, canzoni, per diletto o per lavoro, vi consiglio di leggerlo, e di rileggerlo ancora. E’ uno di quei libri che si dovrebbero imparare a memoria.
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La mia professione mi ha portato a dover essere informato su tali argomenti. Prima come disc jockey, poi come produttore, infine come consulente di musica. Le norme da rispettare sono molteplici e cambiano velocemente. Quasi mai di pari passo alla tecnologia. Le regolamentazioni in materia faticano a stare al passo coi tempi e diventano presto obsolete. Rispetto a dieci anni fa molte cose sono cambiate nella musica, nella diffusione della medesima, nelle esibizioni dal vivo. Ho sempre faticato molto a captare subito le “nuove regole” e le nuove interpretazioni. Spesso vengono emesse in ritardo, quando arrivano sono difficilmente reperibili e quando lo diventano risultano espresse in forma sibillina.
Ecco che quando ho iniziato a leggere su vari blog Simone Aliprandi e le sue “pillole”, ho subito pensato all’estrema utilità degli argomenti discussi. Ed anche affascinato dalla forma estremamente semplice con la quale vengono trattati. Leggendo le referenze di Aliprandi capisco che siamo di fronte ad un professionista. Di quelli veri, che poco lasciano all’interpretazione superficiale dettata dall’improvvisazione o dalle mode del momento. Quando gli argomenti si spiegano in questo modo vuol dire che c’è una grande padronanza della materia. Solo con queste competenze si riesce a semplificare un argomento complesso. Albert Einstein diceva: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”.
Ecco che quando ho digitato Aliprandi su un motore di ricerca di libri ho trovato una bibliografia interessante (vedi tutte le opere di Aliprandi). La mia sete di sapere ha scatenato il mio “io compulsivo” con l’ordine di acquistarli tutti. Come spesso accade ultimamente, il bisogno di conoscenza innesca un meccanismo diabolico: prima si compra il formato e-book, poi dopo averlo letto, se il libro merita, si compra la versione stampata. Perché la carta odora, si tocca, si piega. A me fa ancora questo effetto. Un piacevole effetto.
Lo sapevate che copyright e diritti di autore non sono la stessa cosa? Sapevate che i copyright seguono la rivoluzione industriale dei paesi anglosassoni mentre i diritti d’autore derivano dalla rivoluzione francese?
E che fra le due definizioni cambiano anche i diritti morali? E sapevate che i bollini Siae, quelli piccoli argentati incollati su libri e cd per intenderci, non hanno niente a che vedere con la tutela dei diritti d’autore? I bollini argentati sono una garanzia che ciò che si acquista è un prodotto originale e non una copia contraffatta. Non sapevo queste cose.
Nonostante le continue ricerche e confronti con colleghi, molte delle 100 risposte presenti nel libro le ho piacevolmente imparate. Sono una novità. Gran parte delle risposte sulle Creative Commons sono una novità. Come sono nate, le applicazioni, le licenze di utilizzo. Le Creative Commons sono uno strumento importante, potente, di moderna concezione. Sono adatte a tutti coloro che maneggiano contenuti d’ingegno. Sono gratuite e facilmente utilizzabili, geniali.
Interessante anche la parte relativa alle band. Come tutelare ogni singolo membro, come registrare i brani, come comportarsi per regolamentare le esibizioni. E se la band esegue brani che non fanno parte del repertorio gestito dalla Siae? E se qualcuno all’interno della band viene meno alla parola di gruppo e vuole appropriarsi della musica e del nome? Un marchio è tutelato nello stesso modo di una canzone? E un’idea possiamo tutelarla?
Il libro è diviso in argomenti specifici. Diritto d’autore, Siae, tutela del marchio, Creative Commons. Sono quattro argomenti suddivisi a loro volta in livelli. Le risposte sono esaurienti, oltre 100 (111 in totale) e ben spiegate. Di recente stavo cercando di capire come ci comportiamo di fronte ad una cover, se possiamo inciderla su un cd e soprattutto se possiamo rivenderla. Il libro lo spiega.
Nel mio settore troppo spesso regna sovrana la superficialità e questo è un male che penalizza un po’ tutti. Mai si è vista una categoria “ignorante” emergere e far valere finalmente i propri diritti, a testa alta. Ma se non rispettiamo le regole, perché si é ignoranti come possiamo difendere ed ottenere i diritti ? La legge non ammette l’ignoranza. Ultimamente la tollero poco anche io e questo è un buon libro per esserlo un po’ meno, ignoranti.
Il libro si intitola: Pillole di diritto per creativi e musicisti, 100 e più rispostesu copyright, licenze, marchi, Siae, Creative Commons. Se abbiamo a che fare con esibizioni, produzioni, edizioni, se scriviamo articoli, testi, canzoni, per diletto o per lavoro, vi consiglio di leggerlo, e di rileggerlo ancora. E’ uno di quei libri che si dovrebbero imparare a memoria.
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