Il Ministero del Lavoro "scassa" il regolamento della Cassa (Forense)

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si è finalmente espresso in merito al comma 8 dell'art. 21 della Legge n.247/2012, che dispone la contestuale iscrizione alla Cassa per chi si iscrive agli Albi. E lo ha fatto segnalando pesanti criticità sull'impianto previsto dal regolamento approvato lo scorso 31 gennaio da Cassa Forense:
non sarebbe ragionevole considerare iscritto a una cassa di previdenza alcun soggetto, senza aver prima disciplinato le conseguenze di detta iscrizione, con particolare riferimento alla determinazione dei parametri finalizzati all'individuazione degli oneri economici gravanti sugli assicurati, posto che non potrebbe esservi iscrizione alla Cassa senza il versamento dei contributi. [...]
Presenta profili di illegitittimità anche il comma 4, in quanto appare in contrasto con il comma 10 dell'articolo 21 della legge 247/2012. La disposizione regolamentare sembra consentire ciò che la norma vieta, ovvero la contemporanea iscrizione agli Albi professionali, con la produzione di redditi diversi da quelli percuotibili dalla Cassa e, quindi, la contemporanea iscrizione ad altre forme di previdenza obbligatoria.
E queste sono solo alcune delle doglianze avanzate dal Ministero il quale quindi ha ritenuto necessario che, per la prosecuzione dell'iter di approvazione, Cassa Forense "si determini ad apportare le opportune modifiche al Regolamento".
Riporto qui di seguito il file con l'intero testo della nota del Ministero.
Mi chiedo solo come si sentiranno quegli avvocati che da febbraio ad oggi si sono già cancellati dagli albi per evitare di subie ripercussioni derivanti dall'approvazione di questo regolamento. La situazione della professione forense e delle varie riforme che dovrebbero modernizzarla si sta facendo davvero surreale.

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