Lavoro intellettuale o nobile hobby?

Leggo con piacere l'articolo di Silvia Bencivelli intitolato La generazione “lavoro gratis per avere una vetrina” e non posso fare a meno di rivedere moltissime scene vissute da me personalmente e di provare le stesse sensazioni efficacemente descritte dalla "collega".

Il tema è quello del lavoro intellettuale, sempre più bistrattato e scambiato per un nobile hobby e retribuito con strane monete chiamate "autopromozione, visibilità, soddisfazione"; monete con le quali (come ben descritto in un riuscitissimo filmato che riporto qui sotto) è difficile fare la spesa, pagare affitti, versare rate dell'auto. A sentire certe storie sembra davvero che il lavoro intellettuale si destinato a trasformarsi in passatempo riservato a coloro che hanno altre fonti di reddito.

Cito il passo più interessante della riflessione di Silvia (uscita su Linkiesta l'8 giugno 2013 e disponibile qui):
Lavorando gratis è quasi certo che si venga scelti senza una valutazione della professionalità, ma solo per il prezzo. In questo modo si innesca un meccanismo viziato di ribasso continuo e implacabile della qualità del lavoro, a detrimento di chi quel lavoro lo fa e di chi dovrebbe goderne i frutti. Mi spiego.
Un editore poco interessato alla qualità di quel che pubblica, tra un lavoratore bravo che costa X e uno medio che costa X/2, preferirà quest’ultimo. E il costo di quel servizio sarà fissato a X/2, così come, probabilmente, la sua qualità. Se l’editore deciderà di abbassarlo a X/3, il lavoratore medio potrà fare due cose: accettare e quindi essere complice dell’abbassamento del valore di quella prestazione. O rifiutare, lottando per il mantenimento del valore a X/2, che peraltro è comunque bassino visto che eravamo partiti da X.
Questo passo mette in luce una reale e ormai avanzata deriva verso il basso della qualità del lavoro intellettuale e della sua valorizzazione economica
Spulciando poi il blog di Silvia scopro altri articoli interessanti sullo stesso tema o su temi connessi. Tutti molto veri, tristemente veri, e terribilmente vicini alla mia esperienza.

Ecco gli altri titoli:
- “Cara Silvia, ti andrebbe di lavorare gratis?”. Alcuni esempi, solo alcuni. (leggi l'articolo)
-  Diciamo no al volontariato: perché non si deve mai lavorare gratis (leggi l'articolo)

Segue l'emblematico filmato realizzato dalla stessa Silvia Bencivelli e da Natalino Russo.


Commenti

Mattia ha detto…
Giusto per spirito di precisione: il pezzo su l'inkiesta non è un articolo, bensì l'estratto di un libro: "cosa intendi per domenica?" (http://www.amazon.it/libri/dp/8897089399)