Autori inconsapevoli. Una mia intervista uscita su La Nuova Provincia di Biella

[intervista raccolta da Emanuele Policante e uscita il giorno 8 settembre 2012]


la versione integrale dell'articolo come pubblicata su La Nuova Provincia di Biella
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)


1 - Il diritto d'autore riguarda un prodotto d'ingegno strettamente professionale o tutto ciò che l'utente produce nella e per la rete?

La mia ricerca si è occupata di diritto d'autore in senso più ampio. Anche perchè la distinzione in quelle due categorie non esiste e non avrebbe molto senso: un'opera è soggetta a diritto d'autore in base al suo grado di creatività e non in base al circuito in cui circola. Dal punto di vista strettamente giuridico il film hollywoodiano e il piccolo filmato amatoriale caricato su Youtube hanno lo stesso tipo di tutela.
L'unica particolarità della mia ricerca (che tra l'altro si evince dal suo titolo) è che cerca di mettere a fuoco le problematiche emergenti nel campo del diritto d'autore a causa della transizione, ormai avvenuta, all'era del digitale e dell'interconnessione telematica.

2 - Secondo quanto emerge dalla tua ricerca, che percezione hanno gli utenti del diritto d'autore?

C'è un grafico che permette di visualizzare tutte le principali risposte in materia di percezione (ovvero il grafico relativo al quesito 3.5) e dalle quali ad esempio si estrapola che il 70% dei  rispondenti concorda che il download di contenuti senza rispetto del copyright sia non proprio lecito ma comunque molto comune e  generalmente accettato. Oppure il 60% concorda che si tratti di un fenomeno socialmente utile perchè consente di diffondere cultura. E ancora il 70% dei rispondenti concorda nel pensare che in realtà quel fenomeno danneggi soprattutto le aziende produttrici e non tanto gli autori.

3 - Nella tua ricerca è interessante il dato di acquisizione d'informazione sulle condizioni d'uso; pochi le leggono, come mai?

Internet è il regno del tutto facile, tutto subito e tutto gratis. E quindi ci ha reso particolarmente pigri. Gran parte delle richieste di chiarimento che ricevo alla casella email di Copyleft-Italia.it in realtà trovano risposta con una banalissima ricerca su Google. Eppure la gente preferisce ricevere la risposta pronta e su misura via email. Quindi figuriamoci se la gente ha voglia di leggere delle noiose e lunghe pagine con termini d'uso e licenze!
Inoltre c'è anche quell'idea, a mio avviso aberrante, per cui "il diritto d'autore è una cosa che non mi tange; è solo per addetti ai lavori; ci sarà qualcun altro che ci pensa al posto mio". E invece è proprio lì l'errore: nella società dell'informazione tutti facciamo azioni che potenzialmente hanno ripercussioni dal lato del diritto d'autore.

4 - Che differenze ci sono tra gli utenti italiani e quelli degli altri paesi?

I due gruppi (Studio 1 - Italia e Studio 2 - resto del mondo) in cui ho diviso i dati raccolti in realtà sono molto diversi quanto a caratteristiche demografiche, anche se le risposte fornite nella maggior parte dei casi non risultano così diverse. Per come ho impostato la ricerca però direi che lo studio che fornisce risultati più affidabili è quello relativo all'Italia in quanto ha un numero di  rispondenti molto più ampio. Lo studio 2 è dichiaratamente uno studio di controllo, ovvero uno studio che ha la principale funzione di fare dei confronti e dei parallelismi con lo studio principale (studio 1).

5- Quali sono gli inconsapevoli comportamenti a rischio degli utenti?

In realtà di inconsapevolezza non ce n'è poi molta. L'impressione che ho è che buona parte degli utenti sia un po' nevrotizzata da una contraddizione di fondo: da un lato sembra che comunque siano consapevoli della non liceità di alcuni comportamenti lesivi del diritto d'autore, dall'altro però sembra che non temano concrete ripercussioni legali e quindi continuino a comportarsi come se in realtà il diritto d'autore non ci fosse. Per dirla in una frase: "Sì lo so che non si può, ma tanto lo fanno tutti; non verranno mica a rompere le scatole a me!"
[NB: il titolo di "ricercatore universitario" mi è stato attribuito per errore nell'articolo]

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