De-formazione forense

Ricevo la newsletter della Cassa Forense e vi trovo un articolo a firma dell'Avvocato Giovanni Cerri che solleva (o forse risolleva) la questione della formazione continua per gli avvocati. Il collega fa giustamente notare che "sappiamo bene che un precetto senza (sostanziale) sanzione è un non senso, una bella incompiuta se vogliamo".
Pare infatti che siano davvero molti i colleghi che non hanno rispettato i parametri imposti dal regolamento... senza però essere mai incorsi in concrete sanzioni. Non solo: nel 2011 sono state concesse alcune proroghe per consentire ai ritardatari di recuperare i crediti relativi al primo triennio (sperimentale).
Giustamente il collega che scrive si chiede come possa migliorare la situazione visto che il regime sperimentale è finito e ora il numero di crediti formativi da ottenere è ancora maggiore. Andremo avanti a proroghe? Le proroghe sono una beffa ingiusta per coloro che invece si sono dati da fare per rispettare i tempi.
Diciamola in modo molto schietto: l'idea di un obbligo formativo è legittima e utile, ma i crediti da ottenere sono eccessivi. Se fossero la metà sarebbero più che sufficienti a mantenere attivo il cervello dei professionisti. Per com'è ora, la formazione sembra solo un altro bastone tra le ruote per lo svolgimento della professione, specie per i più giovani per i quali la cosa risulta più costosa nonchè insensata (essendo loro i più freschi di studi).

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