La Siae si apre al copyleft. (Speriamo che sia la volta buona)

Riporto con piacere anche nel mio blog.

LA NOTIZIA: Dopo un breve trattativa, condotta da Ermanno Pandoli, la Siae ha accettato di avviare, in collaborazione con la Free hardware foundation e lo sportello Liberius, una versione italiana del progetto pilota olandese, attuato da Creative Commons Netherlands e Buma/Stemra.

IL COMUNICATO STAMPA: La Siae ha avviato un progetto pilota per il riconoscimento delle licenze con alcuni diritti riservati (tra cui le Creative Commons), in collaborazione con Free hardware foundation Italia. [leggi tutto il comunicato]

Speriamo che l'apertura dimostrata non rimanga solo sulla carta e finalmente si riesca ad apportare una proficua innovazione in questo senso.
I miei più sentiti complimenti ai promotori dell'iniziativa. Cercherò di apportare il mio contributo. E chissà che anche la mia opera di divulgazione fin qui portata avanti abbia contribuito (e contribuisca) alla maturazione di questo progetto? Dai... lasciatemelo credere. ;-)

Commenti

Anonimo ha detto…
Mi fa ben sperare questa apertura della Siae.

Tuttavia i problemi per ora rimangono e si fanno sentire.


Io sono un giovane filmmaker e davvero non so come fare: sto per terminare un documentario sociale ( http://arrakis.vh5n1.org/trailer/ ) a cui ho dedicato molto tempo e vorrei condividerlo attraverso le Creative Commons.

Tuttavia sono incappato in alcuni problemi più grandi di me, che cercherò di esporre in modo chiaro.

Per la colonna sonora del mio doc mi stanno aiutando due diversi musicisti, un italiano e un francese.

Il musicista italiano è iscritto alla SIAE e ha composto apposta per me alcune musiche originali che non verranno depositate presso la SIAE.

Il musicista francese, non è iscritto alla SACEM (che credo sia l'equivalente francese della SIAE) e nel mio documentario sto utilizzando alcune registrazioni che ho effettuato durante un suo concerto.
C'è da dire che questo musicista francese .1 in futuro si registrerà alla Sacem .2 e quindi depositerà presso la Sacem le stesse musiche - utilizzate nel mio documentario- che nel frattempo avrà registrato in uno vero e proprio studio.

I casi dei due musicisti che stanno partecipando al mio progetto sono lievemente diversi ma credo che entrambi sostanzialmente mi impediscono di applicare al mio documentario una licenza Creative Commons.

Per la precisione, intenderei applicare la licenza: Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate.


E' fondamentale che un documentario di questo tipo, e invito chiunque a dare un'occhiata ai video di anteprima pubblicati sul sito, possa essere rilasciato sotto CC.


Qualche idea?
Simone Aliprandi ha detto…
In effetti sono problemi che sempre più spesso vengono riscontrati da chi produce contenuti creativi distribuiti nei canali alternativi.
Se ne sta discutendo nel gruppo di lavoro legato a Frontieredigitali.net; si spera che al più presto il dibattito porti i primi frutti concreti. Restate connessi.
Simone Aliprandi
Anonimo ha detto…
Effettivamente c'è molto da fare, però preferisco essere ottimista: il fatto che comunque anche la SIAE abbia aperto gli occhi, è un passo avanti.
Grazie per l'informazione: non avevo mai notato questo blog, ma penso che lo inserirò immediatamente fra i miei preferiti! ;)
Unknown ha detto…
ciao,
io ho un problema simile a quello di Andrea... in realtà non credevo fosse un problema, ma leggendo la discussione mi è venuto il dubbio; mi spiego:
ho recentemente realizzato un videoclip per una canzone che un mio amico musicista registrato alla Siae, ha depositato presso la stessa.
io pensavo di applicare alle immagini del videoclip una licenza creative commons Attribution-Noncommercial-Share Alike 3.0 (indicando che la canzone è invece registrata alla Siae).
è una cosa possibile??