Keira Knightley, gli altri attori e il "copyright" sui loro deepfake generati con intelligenza artificiale: la mia intervista per HuffPost

Oggi sono stato contattato telefonicamente da Silvia Renda di Huffingtonpost.it per commentare un interessante dibattito sui cosiddetti deepfake generati con intelligenza artificiale che creano cloni a volte indistinguibili di attori famosi. Alcuni hanno scelto liberamente di cedere il loro diritto d'immagine (come comunemente viene chiamato) alle case cinematografiche per permettere la produzione di film con il loro volto ricreati artificialmente. Altri come Keira Knightley invece alzano le barricate e dichiarano guerra (legale) a questo tipo di utilizzazioni della loro immagine senza un previo consenso.

La Knightley pare abbia dichiarato "immagino che il prossimo passo sarà quello di mettere sotto copyright la mia faccia", inciampando leggermente sul piano tecnico-giuridico; non ha senso dire "mettere la mia faccia sotto copyright" perché il diritto d'immagine (in Italia chiamato più propriamente diritto al ritratto, come è definito negli articoli 96 e 97 della Legge sul diritto d'autore) è un diritto della persona ed è quindi riconosciuto dalla legge senza bisogno di alcuna particolare formalizzazione. Al massimo l'attrice potrà decidere di agire più aggressivamente e fermamente per tutelare in sede civile questo suo diritto, attivando gli avvocati in modo più sistematico.

Rispondendo alle domande dell'intervistatrice, ho espresso qualche commento su questo interessante scenario che ci fa capire la portata dell'impatto che certe tecnologie possono avere sul mondo della creatività e, di riflesso, sul mondo del diritto d'autore.

Riporto un estratto dell'articolo con le mie parole; ma invito alla lettura dell'intero pezzo a questo indirizzo: https://www.huffingtonpost.it/dossier/fintech/2023/09/19/news/intelligenza_artificiale_copyright_keyra-13391531/

Commenta Aliprandi: “È una questione delicata e nuova, non ci sono già modelli contrattuali per realizzarla, ma sicuramente gli avvocati di Hollywood avranno studiato il caso. Il personaggio va tenuto distinti dalla persona che interpreta. Lo abbiamo visto nelle saghe di film: lo stesso ruolo è stato incarnato da attori differenti. Sul personaggio c’è un diritto d’autore: non posso scrivere una serie a fumetti in cui il protagonista e un uomo ricco che di notte si traveste da pipistrello e fa il giustiziere, anche se non lo chiamassi Batman. Diverso è il fatto che Batman sia stato recitato da Geogre Clooney, Michael Keaton, Christian Bale, e altri. Di facce date a Bruce Wayne ne abbiamo tante. Sul personaggio Batman ci sono i diritti della DC, sulle varie facce ogni attore detiene il suo diritto all’immagine”.


 

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