Preambolo e ringraziamenti del libro "L'autore artificiale" (in uscita il 23 giugno)

Condivido qui in anteprima il preambolo e i ringraziamenti che ho scritto per il libro "L'autore artificiale. Creatività e proprietà intellettuale nell'era dall'AI" che esce tra pochi giorni per Ledizioni.

Tutti i dettagli sull'opera e il link per ordinarlo sono disponibili qui -> https://aliprandi.org/books/autore-artificiale/.

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È successo ancora. Doveva essere un lavoro poco impegnativo, solo per mettere nero su bianco le riflessioni fatte in occasione di alcuni seminari; una sorta di instant book basato sulle poche nozioni fin qui disponibili, con l’aggiunta di qualche appendice giusto per arrivare a un numero decente di pagine. Almeno questa era l’idea quando a fine febbraio ho fatto la prima telefonata a Nicola Cavalli di Lezioni per sondare con lui se c’era margine per una nuova iniziativa editoriale sul tema emergente dell’intelligenza artificiale generativa e dei suoi punti di contatto con l’ambito del diritto della proprietà intellettuale.

Poi le cose non sono andate come previsto. Non vanno mai come previsto quando si tratta di scrivere libri; e a volte può essere anche in senso positivo. La semplice idea di mettere per iscritto i concetti espressi in un paio di lezioni tenute nei mesi precedenti, man mano che ci lavoravo, ha lasciato spazio a qualcosa di più ambizioso. Gli spunti da sviluppare sono diventati sempre più numerosi e imperdibili, e le tre settimane di lavoro sono diventate tre mesi. È normale, più ti concentri su un argomento e più ti vengono in mente cose che si possono dire, aspetti che si possono approfondire, fonti da consultare e citare, in una sorta di serendipity illuminante. Se poi il tutto accade in un periodo di grande fermento, in cui emergono nuovi sviluppi ogni settimana e in cui è importante tenere il passo del dibattito scientifico, è facile intuire quanto sia stato un lavoro intenso e anche un po’ frenetico.

Posso dire che, in un certo senso, buona parte di questo libro è nata a Firenze tra l’autunno 2022 e il marzo 2023, periodo in cui nel capoluogo toscano ho avuto il piacere di partecipare come relatore a due interessanti eventi sul tema e di confrontarmi con alcune persone illuminate che mi hanno spinto a occuparmi dell’argomento. Le persone sono i colleghi docenti di ISIA Firenze Maurizio Galluzzo e Francesco Fumelli che hanno appunto avuto il merito di chiedere il punto di vista di un giurista specializzato in proprietà intellettuale e diritto delle nuove tecnologie sulla creazione di opere testuali e visive con sistemi AI. A dire il vero, circa un anno e mezzo prima, ancora in piena pandemia, ci aveva già provato il buon Andrea Rossetti coinvolgendomi in una tavola rotonda organizzata dall’Università di Milano Bicocca nonché nella pubblicazione direttamente connessa. Ma all’epoca (era il 2021, anno che sento già abbastanza lontano) io non ero ancora del tutto pronto per comprendere appieno le potenzialità dell’argomento, o forse erano proprio i tempi a non essere ancora maturi; infatti la mia preferenza fu quella di declinare il tema concentrandomi sulla tutela dei modelli di previsione e profilazione, con un approccio un po’ più tradizionale e meno rivolto al futuro e alla rivoluzione che invece stava per sbocciare.

Sì, perché è di quello che stiamo parlando, inutile negarlo. Senza cadere in precoci entusiasmi da “hype del momento”, sono abbastanza convinto che i sistemi AI per la creazione di opere intellettuali sono tecnologie arrivate per restare e destinate ad aprire una nuova epoca per il mondo della creatività, della scrittura, della progettazione, dello sviluppo di software. Gli impatti su questo mondo non sono ancora pienamente misurabili e ammetto di non essere in grado di avventurarmi in considerazioni di questo tipo. In questo libro cerco di mostrarne il potenziale, con qualche scenario tratto anche dalla mia attività di autore e di consulente di autori di contenuti e sviluppatori di tecnologie; ma poi mi limito a fornire il punto di vista del diritto, lasciando le altre valutazioni agli economisti, ai sociologi, ai tecnologi, nella speranza che il mio contributo possa risultare loro utile.

Il libro è suddiviso in tre capitoli a cui si aggiungono un’appendice di documenti e una bibliografia. Il primo capitolo è forse il più ispirato; non perché sia meglio degli altri, ma più che altro perché è uscito in modo fluido e anche abbastanza immediato, dando forma a riflessioni in gran parte formatesi nella mia mente in marzo in occasione del secondo evento fiorentino. L’evento del 22 marzo organizzato da ISIA Firenze e dalle altre istituzioni del Politecnico delle Arti ha trattato il tema della “creatività artificiale” con un approccio trasversale, da più angolazioni, ma comunque con lo spirito di chi con la creatività ci lavora. E io, ascoltando gli altri colleghi relatori, ho avuto modo di mettere a fuoco i vari problemi che un libro come quello che stavo per iniziare avrebbe dovuto affrontare.

Il secondo capitolo è quello più classicamente giuridico, quello che è strutturato e scritto con le tecniche di argomentazione dottrinale tipiche del mondo del diritto. Contiene un’analisi sistematica delle questioni giuridiche emergenti e delle fonti normative e giurisprudenziali che possono aiutare ad affrontarle e ad inquadrarle.

Il terzo capitolo è quello più “compilativo” ma forse anche il più concreto e più utile per coloro che, senza approfondire molto il background teorico, vogliono capire come rapportarsi con le piattaforme di intelligenza artificiale generativa in ottica di gestione dei diritti di utilizzo. In questo terzo capitolo presento infatti un excursus dei termini d’uso delle tre principali piattaforme, con critiche, spiegazioni e commenti volti a rendere questi documenti più comprensibili anche a chi non ha dimestichezza con il linguaggio legale.

Una nota metodologica. Visto l’argomento molto di frontiera, mi sono reso conto che buona parte delle pubblicazioni precedenti al 2020 trattavano il tema dell’intelligenza artificiale generativa in modo molto diverso rispetto a come si farebbe ora. Ho dunque preferito citare come fonti della mia dissertazione per lo più documenti e opere letterarie risalenti agli ultimi due o tre anni. Ciò non toglie che in bibliografia ho voluto dare spazio anche a opere indubbiamente interessanti e utili risalenti agli anni precedenti.

Tutti i siti web sono stati verificati poco prima della chiusura redazionale dell’opera, cioè il 1° giugno 2023.

Infine, i ringraziamenti di rito (ma tutti assolutamente sentiti e sinceri) vanno innanzitutto a coloro che hanno contribuito concretamente alla realizzazione del libro: a Paolo Dalprato, Maurizio Galluzzo, e Giovanni d’Ammassa, che hanno realizzato una piccola ma fondamentale parte dell’opera; a Michela Pintus per la revisione e in generale per l’incoraggiamento e sostegno morale offerti durante la stesura e in generale in questi anni complicati; a Fabio Serenelli per la collaborazione nell’esperimento esposto nel secondo capitolo; a Nicola Cavalli per la consueta disponibilità ad accogliere le mie proposte editoriali e per la libertà con cui anche questa volta mi ha lasciato gestire il lavoro redazionale e organizzativo.

Un ringraziamento anche a tutti coloro che in qualche modo, sia direttamente che indirettamente, hanno innescato e agevolato le riflessioni da me estrinsecate in queste pagine, come ad esempio Andrea Rossetti, Francesco Fumelli e lo staff di ISIA Firenze, i follower dei miei canali social che non si fermano a guardare distrattamente i contenuti ma capiscono il lavoro che vi sta dietro e cercano di soffermarsi e porre spunti di approfondimento.

Infine, un ringraziamento anticipato a tutti coloro che vorranno condividere (nonché recensire, commentare, riutilizzare, aggiornare, adottare) questo libro, che come tutte le mie opere è rilasciato con una delle licenze più libere e aperte disponibili, proprio con l’idea che diventi un punto di partenza più che un punto di arrivo.

Non mi resta quindi che augurarvi una buona lettura e invitarvi a condividere con me e con gli altri studiosi dell’argomento le riflessioni, le critiche e gli spunti che mi auguro nasceranno dalla lettura di queste pagine.




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