Negli ultimi mesi ho avuto il piacere di essere coinvolto attivamente in un interessante progetto europeo Erasmus+ dedicato al tema della sostenibilità e accessibilità nella collaborazione online e più precisamente denominato “ONE Meeting Project” (sito ufficiale www.theprojectone.eu). Indubbiamente prestigiosi i partner coinvolti, sia di matrice accademico-universitaria, sia appartenenti al mondo delle imprese: la tedesca FernUniversität di Hagen (capofila del progetto), Eucen European University Continuing Education di Barcellona, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’azienda britannica Canice Consulting, l’Università di Jyväskylä in Finlandia, l’Università Oberta de Catalunya e l’azienda irlandese Momentum.
Tra le key action individuate dall’Unione Europea per i progetti Erasmus Plus, quella di riferimento in questo caso è la numero 2, che riguarda “Cooperazione tra organizzazioni e istituzioni” e che – come emerge dai documenti ufficiali – mira a «contribuire in modo significativo alle priorità del programma e avere ricadute positive e durature sulle organizzazioni partecipanti, sui sistemi politici nel cui ambito tali azioni si svolgono come pure sulle organizzazioni e sulle persone direttamente o indirettamente coinvolte nelle attività organizzate. Questa azione chiave dovrebbe inoltre generare lo sviluppo, il trasferimento e/o l'attuazione di pratiche innovative a livello organizzativo, locale, regionale, nazionale o europeo.»
E sono stati proprio questi i principi ispiratori a guidare i partner coinvolti nel ONE Meeting Project in questi due anni di collaborazione e a permettere la finalizzazione di alcuni utili output: principalmente, tre documenti di inquadramento teorico delle problematiche emerse e di suggerimenti operativi da tenere presenti anche in futuro (nella sezione “Resources” del sito ufficiale è possibile scaricare i documenti in traduzione italiana); e i multiplier event organizzati nel corso del progetto al fine di ampliare la rete di istituzioni interessate ai temi trattati e quindi di potenziare le ricadute positive anche al di fuori della stretta cerchia dei partner.
Uno di questi eventi è stato di competenza dell’Università di Milano Bicocca e ho avuto modo di seguirlo da vicino, in quanto coinvolto io stesso nel comitato di organizzazione, sotto il coordinamento dell’amico ed ex collega di dottorato Andrea Mangiatordi, ricercatore e docente presso l’ateneo milanese nel settore scientifico disciplinare “M-PED/03 - Didattica e Pedagogia Speciale” e appunto responsabile dell’unità locale del team di progetto.
L’evento, tenutosi nella mattinata del 28 ottobre, era intitolato “Migliorare la qualità del lavoro online: esperienze di sostenibilità e accessibilità” e ha visto un panel di relatori di spicco che hanno avuto modo di mettere a confronto le loro diverse ottiche ed esperienze, anche grazie a spazi e tempi pensati appositamente per offrire un’occasione di networking personale. Dopo i consueti saluti e un primo intervento introduttivo a cura di Mangiatordi (che ha illustrato gli strumenti e le soluzioni per la collaborazione online proposti dal progetto), il microfono è passato al prof. Leonardo Menegola e successivamente è stata la volta di un intervento a più voci sul tema della “gestione di riunioni e progetti nelle organizzazioni, tra diversity e innovazione”, che ha visto come relatori: Moira Masper e Daniele Cantore, rispettivamente presidente e vicepresidente di Assochange, Gabriele Provana, Head of ICT Infrastructure Operations & Delivery di Eni. Dopo il coffee break è intervenuto il prof. Paride Mantecca, direttore del centro di ricerca POLARIS e vice coordinatore del centro BASE, per raccontare alla platea le più recenti iniziative dell’Università Bicocca in materia di sostenibilità. In chiusura, un dialogo tra Mangiatordi e l’architetto Martina Gerosa sul superamento delle barriere della comunicazione online incontrate da persone con disabilità ha permesso di presentare anche il progetto Pandemia & Comunicazione.
Ora che, a qualche mese dall’ultimo multiplier event, anche la rendicontazione sul progetto si è chiusa, possiamo trarre interessanti conclusioni sull’impatto dell’attività di approfondimento scientifico e di divulgazione dei risultati condotta. Andrea Mangiatordi, da me intervistato nei giorni scorsi, si è mostrato molto soddisfatto per la riuscita dell’iniziativa e per i primi segnali che testimoniano l’utilità del progetto.
“Ai colleghi che ora mi chiedono una mano, o anche solo un parere tecnico, rispetto alla componente tecnologica di progetti formativi e di ricerca europei, posso consigliare i materiali di ONE, che ora sono pubblicati nelle loro versioni definitive in 4 lingue sul sito del progetto. Così la tecnologia assume un ruolo non solo di facilitazione della comunicazione tra partner, ma anche di supporto alla sostenibilità generale dei nuovi progetti. L’evento moltiplicatore ha permesso poi di stabilire o di rafforzare i contatti con realtà diverse che potranno diventare partner di nuove iniziative o anche solo essere ispirate dai temi e dalle soluzioni che il progetto ONE ha permesso di sollevare e tematizzare. Ovviamente non posso dimenticare di ringraziare le persone che nel corso del biennio da dicembre 2020 a novembre 2022 hanno collaborato a vario titolo con il team italiano del progetto ONE; in ordine alfabetico: Francesca Cellina, Marco Gui, Leonardo Menegola e Anita Mörth.”
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