Acrobazie per risparmiare pochi euro di consulenza

Avendo un po' di visibilità sui social media e ponendomi come una persona aperta e disponibile, succede spesso che le persone cerchino di approfittare del mio tempo, della mia pazienza, della mia disponibilità, dimenticando o -peggio- ignorando deliberatamente il mio ruolo di libero professionista (avvocato) che fornisce consulenza professionale sui temi di cui mi occupo. E ciò anche nonostante io fin dai primi contatti risponda rimandando a una specifica informativa che si trova sul mio sito web in cui spiego che non offro consulenza gratuita attraverso i social media.
In particolare gli episodi più bizzarri avvengono su Facebook dove l'utenza è più varia e dove raggiungo un pubblico più ampio siccome ho sia un profilo privato sia una pagina pubblica. Nella pagina pubblica volutamente mi pongo come autore/divulgatore e non come avvocato, perché preferisco così; e perché credo (ingenuamente) che comunque la gente sia in grado di distinguere quando sta chiedendo una semplice informazione/chiarimento su un mio libro/articolo/video e quando invece sta cercando una consulenza professionale specializzata per risolvere un problema contingente.
In un altro post cercherò di mettere ironicamente in chiaro la differenza tra il chiedere un'informazione e il chiedere una consulenza, ma intanto vi invito a leggere questo scambio di chat avvenuto nei gironi scorsi proprio attraverso la mia pagina Facebook. Premetto che il tizio non lo conosco minimamente; non ce l'ho tra gli "amici", non l'ho mai incontrato a un convegno o a un seminario. E' solo un perfetto sconosciuto che è arrivato alla mia pagina tramite una semplice ricerca sul web. Leggete quali acrobazie fa pur di risparmiare una consulenza telefonica di base che normalmente faccio pagare poco più di 100 euro e che ovviamente (come preciso nella chat) è libero di richiedere a qualsiasi altro mio collega. Piuttosto si sorbisce tutti i libri, gli opuscoli, i video divulgativi, perdendo ore e ore del suo tempo e assumendosi il rischio di non aver capito e quindi di persistere nell'errore... ma la consulenza no, non si chiede, è questione di principio... tutto dev'essere gratis e facilmente fruibile via internet
Per fortuna il mio giro d'affari ora è sufficientemente solido e posso permettermi di ignorare "clienti" come questo (se così vogliamo chiamarli), ma resta un po' di amarezza e frustrazione nel notare la percezione distorta che molta gente ha delle professioni intellettuali e del loro valore; frustrazione incrementata dal fatto che come scelta etica io condivido liberamente e con licenze open tutto il materiale legato alla mia attività di divulgazione e formazione (quindi non dite al tizio che ha "comprato" il mio libro su Kindle che lo stesso libro si trovava gratuitamente e sotto licenza libera su molti repository open).

A proposito la mia pagina Facebook è questa www.facebook.com/simone.aliprandi.page/; se questo post vi è piaciuto, potete mettere LIKE... così quando vi serve un avvocato potete scrivermi lì e vi rispondo gratis. [scherzo!] 

Per approfondire, vi consiglio la lettura del mio articolo del 2014 "Ok, ma prima spiegami bene perchè dovrei farti consulenza gratuita" che proponeva un acclamatissimo modulo standard per la richiesta di consulenza gratuita.







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