Ieri l'amico e collega Carlo Piana ha pubblicato ieri su IlSole24Ore (vedi versione originaria) un ottimo articolo grazie al quale finalmente sono riuscito a capire davvero il funzionamento del fenomeno Bitcoin. Carlo, dopo averne ricostruito il background storico e tecnico-informatico, ironicamente si chiede se si tratti di una bolla (come molti sostengono ultimamente) o più che altro... un soufflé.
Ripubblico qui di seguito un estratto e di seguito i titoli degli altri paragrafi, rimandando alla fonte originaria per il testo integrale. Per chi non lo conoscesse ancora, qualche riferimento sull'autore:
- Twitter: @carlopiana
- Sito personale: https://piana.eu/
- Biografia su Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Carlo_Piana
Altra lettura fondamentale sull'argomento è il white paper dell'autore pseudonimo Satoshi Nakamoto, che pare sia anche il "personaggio misterioso" ad aver concepito la criptovaluta e ad aver assemblato gli strumenti open source per gestirla.
La banca (così come l’intero sistema bancario e finanziario) è regolamentata, è sottoposta a verifiche, dà garanzie (tutto sommato) di non consentire ‒ ad esempio ‒ che A non paghi B e poi C con la stessa quantità di denaro o ‒ detta in altro modo ‒ non spenda più di quanto risulti dal conto corrente; risponde in proprio se non assolve a questa funzione di mandatario e garantisce, in caso, l’esposizione concessa. La legge e il sistema consentono di avere fiducia nel fatto che un’operazione meramente scritturale abbia un fondamento economico e giuridico, ovvero costituisca un pagamento, laddove si tratta semplicemente di una coppia di registrazioni contabili. Se eliminiamo la banca dall’equazione, abbiamo due “pari” che non si conoscono. La fiducia nella genuinità di questa transazione non è più nel terzo intermediario, ma è affidata a un complesso sistema di software e algoritmi peer-to-peer e open source, concepiti per dare pubblica fede alle transazioni.
Introduciamo allora la tecnologia fondamentale dove questa operazioni vengono registrate, chiamata “blockchain”. Come dice il nome, “blockchain” è una catena di blocchi. Questi blocchi contengono, nel loro insieme, il totale di (quasi) tutte le transazioni in dare e avere che sono intervenute sino a quella data. La blockchain, in altre parole, contiene il ledger. In pratica, il ledger viene scritto non su un registro contabile, ma su uno o più di questi blocchi che vengono creati, pubblicati e distribuiti in una rete peer-to-peer su Internet. Rete aperta a chiunque intenda partecipare ed estremamente democratica. Tutti sono in grado di sapere quanto resta nel “conto” di un determinato identificativo, calcolando attraverso quanto risulta nella blockchain tutte le operazioni in entrata e tutte le operazioni in uscita.
2. Come si genera la blockchain, come si registrano le operazioni, il “mining” e l’hash
Ripubblico qui di seguito un estratto e di seguito i titoli degli altri paragrafi, rimandando alla fonte originaria per il testo integrale. Per chi non lo conoscesse ancora, qualche riferimento sull'autore:
- Twitter: @carlopiana
- Sito personale: https://piana.eu/
- Biografia su Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Carlo_Piana
Altra lettura fondamentale sull'argomento è il white paper dell'autore pseudonimo Satoshi Nakamoto, che pare sia anche il "personaggio misterioso" ad aver concepito la criptovaluta e ad aver assemblato gli strumenti open source per gestirla.
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1. Il Bitcoin in due parole: ledger e blockchain
[...] Il Bitcoin di per sé non esiste, è un’unità di conto all’interno di un sistema di contabilizzazione delle transazioni. In inglese questo sistema di contabilizzazione si definisce “ledger” (“libro mastro”). In un ledger vengono registrate operazioni attive (introiti) e operazioni passive (spese). Chi accetta di entrare nel sistema Bitcoin, operandovi, accetta una fondamentale premessa: quando A paga B, una quantità di unità di conto viene sottratta al conto di A e aggiunta a quello di B. B potrà quindi a sua volta spendere quella quantità, o parte di essa, finché il suo gruzzolo non sia esaurito. In ciò, il sistema dei Bitcoin è simile a quanto facciamo con il nostro conto corrente: le banche sono d’accordo che se A paga B la banca Alfa registra un’operazione in uscita sul conto di A e la banca Beta registra un’operazione in entrata sul conto di B; A avrà una quantità corrispondente in meno sul suo conto, B una quantità corrispondente in più sul suo, meno o più le commissioni, se applicate. Il Bitcoin realizza la stessa operazione, ma senza l’intermediazione della banca. Una transazione in Bitcoin non differisce, contabilmente, da un bonifico, ma senza un terzo che garantisca la genuinità della scrittura.La banca (così come l’intero sistema bancario e finanziario) è regolamentata, è sottoposta a verifiche, dà garanzie (tutto sommato) di non consentire ‒ ad esempio ‒ che A non paghi B e poi C con la stessa quantità di denaro o ‒ detta in altro modo ‒ non spenda più di quanto risulti dal conto corrente; risponde in proprio se non assolve a questa funzione di mandatario e garantisce, in caso, l’esposizione concessa. La legge e il sistema consentono di avere fiducia nel fatto che un’operazione meramente scritturale abbia un fondamento economico e giuridico, ovvero costituisca un pagamento, laddove si tratta semplicemente di una coppia di registrazioni contabili. Se eliminiamo la banca dall’equazione, abbiamo due “pari” che non si conoscono. La fiducia nella genuinità di questa transazione non è più nel terzo intermediario, ma è affidata a un complesso sistema di software e algoritmi peer-to-peer e open source, concepiti per dare pubblica fede alle transazioni.
Introduciamo allora la tecnologia fondamentale dove questa operazioni vengono registrate, chiamata “blockchain”. Come dice il nome, “blockchain” è una catena di blocchi. Questi blocchi contengono, nel loro insieme, il totale di (quasi) tutte le transazioni in dare e avere che sono intervenute sino a quella data. La blockchain, in altre parole, contiene il ledger. In pratica, il ledger viene scritto non su un registro contabile, ma su uno o più di questi blocchi che vengono creati, pubblicati e distribuiti in una rete peer-to-peer su Internet. Rete aperta a chiunque intenda partecipare ed estremamente democratica. Tutti sono in grado di sapere quanto resta nel “conto” di un determinato identificativo, calcolando attraverso quanto risulta nella blockchain tutte le operazioni in entrata e tutte le operazioni in uscita.
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