Lo scorso marzo avevo lanciato su questo blog un sondaggio sull'uso delle licenze Creative Commons. Niente di particolarmente "scientifico"; solo lo spunto per effettuare qualche riflessione.
Si trattava di un'unica domanda:
Tuttavia, lo scopo era proprio quello di misurare quanto alcuni comuni equivoci sul senso delle licenze Creative Commons fossero ancora radicati, nonostante l'attività di divulgazione condotta in questi anni da me e altri colleghi.
Beh, l'iniziativa, che ha visto una risposta di circa un centinaio di persone (che volontariamente hanno raccolto il mio invito a rispondere), ha prodotto una piacevole sorpresa, dando come opzione ampiamente vincente l'opzione 3 (con il 77%) che invece non era viziata da alcun "trabocchetto".
C'è però da fare una precisazione di carattere metodologico: siccome i rispondenti sono stati reclutati principalmente attraverso il "giro" dei miei contatti telematici e dei forum di discussione a cui partecipo, bisogna considerare una certa distorsione nelle percentuali, trattandosi di un pubblico già abbastanza "indottrinato". Sarebbe utile poter replicare l'esperimento su scala molto più ampia (anche internazionale) e con tutte le accortezze di carattere metodologico per evitare distorsioni nella risposta.
Ecco in questa immagine la rappresentazione grafica dei risultati.
Si trattava di un'unica domanda:
Se hai usato almeno una volta una licenza Creative Commons per una tua opera, qual è stata la motivazione principale che ti ha spinto a farlo?con quattro opzioni di risposta:
1) Perché rappresentano la migliore alternativa alla SIAE attualmente disponibileCome i più attenti mi avevano già fatto notare all'epoca, si trattava in effetti di un sondaggio "trabocchetto", perché tra le quattro risposte possibili due (l'opzione 1 e 2) rappresentavano due frequenti equivoci sulla funzione di queste note licenze.
2) Perché mi offrono una forma di tutela semplice e sicura
3) Perché voglio diffondere le mie opere in maniera più libera rispetto al copyright tradizionale
4) Perché era richiesto dalle circostanze (ad esempio la piattaforma su cui ho pubblicato la mia opera prevedeva solo quell'opzione)
Tuttavia, lo scopo era proprio quello di misurare quanto alcuni comuni equivoci sul senso delle licenze Creative Commons fossero ancora radicati, nonostante l'attività di divulgazione condotta in questi anni da me e altri colleghi.
Beh, l'iniziativa, che ha visto una risposta di circa un centinaio di persone (che volontariamente hanno raccolto il mio invito a rispondere), ha prodotto una piacevole sorpresa, dando come opzione ampiamente vincente l'opzione 3 (con il 77%) che invece non era viziata da alcun "trabocchetto".
C'è però da fare una precisazione di carattere metodologico: siccome i rispondenti sono stati reclutati principalmente attraverso il "giro" dei miei contatti telematici e dei forum di discussione a cui partecipo, bisogna considerare una certa distorsione nelle percentuali, trattandosi di un pubblico già abbastanza "indottrinato". Sarebbe utile poter replicare l'esperimento su scala molto più ampia (anche internazionale) e con tutte le accortezze di carattere metodologico per evitare distorsioni nella risposta.
Ecco in questa immagine la rappresentazione grafica dei risultati.
Commenti
(ovvero il frutto della mia tesi di dottorato)