SIAE e diritto d'autore: è ora della riforma. Mozioni bomba alla Camera

E' una notizia freschissima e dirompente, che rientra nella scia del fermento in atto in queste settimane sulla materia diritto d'autore. Alcuni parlamentari (in totale 50) di Scelta civica, SEL, M5S, Nuovo Centro Destra e Lega Nord hanno formalmente chiesto, attraverso varie mozioni, che il Governo metta finalmente mano ad una riforma della SIAE e in generale del diritto d'autore, per adattarne i principi e meccanismi di funzionamento all'attuale mercato digitale.
Tra le istanze vi è ovviamente quella più discussa: la fine del regime di monopolio in cui versa la SIAE per effetto dell'art. 180 della legge 633/41. Ma non solo. Dal dibattito parlamentare di ieri (lunedì 20 gennaio 2014) pare che davvero sia giunto il momento per ridefinire in toto la legge sul diritto d'autore (che, pur con vari aggiornamenti, risale al 1941) e redigerne un nuovo testo, di nuova ispirazione.
Ciò è quanto si deduce dal verbale dei lavori della Camera dei Deputati, dove si legge che alle ore 13.30 l'On. Andrea Romano (Scelta Civica) ha preso la parola per illustrare la mozione n. 1-00168 (una delle cinque mozioni presentate) di cui si è fatto portavoce, sottolineando quanto segue.
Il punto è, cari colleghi, che in Italia le modalità attraverso le quali si tutela il diritto d'autore risalgono, dal punto di vista legislativo, ad un'età molto molto antica, nello specifico al 1941.
È, appunto, del 1941 la legge che ha creato la SIAE, la Società italiana degli autori e degli editori, e normato da allora in avanti, con piccole modifiche successive, le modalità attraverso cui il diritto d'autore è tutelato. Ma è giunto davvero il momento – non sono naturalmente io il primo a dirlo, ma si è detto e ripetuto negli anni scorsi, senza mai tuttavia arrivare ad una nuova legge che innovasse in maniera strutturata il campo del diritto d'autore –, in questa legislatura, di produrre finalmente una nuova legge per la tutela del diritto d'autore.Non è soltanto una questione cronologica che ci impone di farlo e, quindi, i molti decenni che sono trascorsi dal 1941, ma ce lo impone quanto è accaduto intorno a noi sul campo specifico della produzione culturale. Basti pensare – ed è il primo elemento a cui, qui in quest'Aula e fuori dall'Aula, si pone attenzione – alle forme di produzione digitale della cultura, ai cambiamenti di modelli di business, al modo in cui oggi, diversamente dal 1941, ogni produttore di cultura è naturalmente più libero, in qualche modo, di arrivare a fornire la propria opera all'utilizzatore, e tuttavia come poi questa forma di produzione venga ancora tutelata, per l'appunto, da norme assolutamente vetuste.
Un'altra delle cinque mozioni è stata presentata dal Movimento 5 Stelle; il suo senso è riassunto dall'On. Simone Valente (portavoce del movimento alla Camera) in un post su Facebook:
Oggi abbiamo presentato e discusso la mozione M5S per riformare la SIAE ed il diritto d'autore.
In sostanza chiediamo una maggior tutela per i piccoli artisti, che oggi, per colpa di un assurdo statuto approvato con un decreto del governo Monti, sono schiacciati dai grandi interessi economici. Inoltre abbiamo chiesto di tener conto della sempre maggior evoluzione digitale e delle nuove licenze open (Creative Common, Copyleft, Fair Use).
Oggi in SIAE vige il principio del "un euro = un voto", chi versa più soldi alla SIAE, ha più peso decisionale e ha i maggiori benefici. Il piccolo artista è schiacciato fuori!
I temi caldi ci sono tutti e sono proprio quelli di cui si è discusso tanto in rete negli scorsi mesi.
Ora non ci resta che attendere le determinazioni del Governo, il quale -- ci auguriamo -- questa volta non potrà più soprassedere. Forse è la volta buona.

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