La proprietà intellettuale nell’era dell’IA: nuova intervista per ToscanaLibri.it

Quest'oggi sul sito ToscanaLibri.it è uscita una mia nuova intervista raccolta da Serena Bedini (che ringrazio per la precisione e la professionalità).

Simone Aliprandi è avvocato e docente in ISIA Firenze e da anni si occupa di tutela del diritto d’autore e più in generale del diritto della comunicazione e delle nuove tecnologie. Nel suo saggio di recente uscita “L’autore artificiale” (Ledizioni, 2023), Aliprandi esamina un tema estremamente dibattuto e complesso come quello della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale generativa: gli abbiamo rivolto qualche domanda.

1) Come dovrebbe essere affrontato, a suo giudizio, il tema dell’autorialità con l’avvento dell’intelligenza artificiale?

È un dilemma davvero intrigante, che abbraccia varie discipline. Io lo affronto con l’approccio del giurista, ma ovviamente avrebbero cose interessantissime da dire anche i filosofi, i sociologi, i pedagogisti, gli studiosi di scienze cognitive, gli esperti di comunicazione, di arte, di progettazione. D’altronde, abbiamo sempre dato per scontato che l’attività creativa fosse qualcosa di squisitamente umano e che autore in senso proprio potesse essere solo un essere umano. Lo stesso diritto d’autore è per sua stessa definizione “antropocentrico”, cioè è stato pensato come un sistema che vede l’uomo al centro. Siamo però arrivati a una fase in cui testi, immagini, musiche, realizzati da sistemi AI risultano spesso non distinguibili da quelli di matrice umana. E questo ci obbliga a una riflessione profonda e forse a un ripensamento sul concetto di creatività.

2) Quali suggerimenti darebbe a quanti intendano in ambito professionale servirsi dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro, nella realizzazione di creazioni artistiche (fotografia, musica, arte, libri, ecc.)?

Non so se sono la persona più qualificata per dare suggerimenti di questo tipo, ma rimanendo nell’ambito di mia competenza posso consigliare di non essere pigri e di non lasciar fare tutto alla macchina. Affinché si possa vantare un... [continua a leggere su ToscanaLibri.it]

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