Social media: i giovani vanno dove non ci sono i vecchi

Mi ricollego a questo post [https://www.facebook.com/marcoamendola.post/posts/10223323467698927] dell'amico giornalista Marco Amendola che sta facendo una sorta di viaggio virtuale nel mondo dei giovani influencer.

Quest'oggi si è occupato di tale Elisa Maino e ha ripreso un'intervista fattale dal magazine femminile Grazia che le ha dedicato anche la copertina di giugno 2020 (vedi immagine sotto).

Metto il focus su un aspetto che a mio avviso desta particolare interesse per chi studia le dinamiche psicosociali che stanno dietro al mondo dei media digitali. Mi riferisco a questa frase pronunciata dalla Maino:

Prima di TikTok c'era Musically. In poco tempo quella piattaforma si è popolata di tutti i miei coetanei fuggiti da Instagram, diventato un territorio degli adulti.

Pare quindi di capire che il successo di una piattaforma rivolta a un pubblico giovane sia legato a doppio file all'età degli utenti. Nello stesso tempo le piattaforme non possono condizionare l'iscrizione all'età [nota: in realtà dovrebbero farlo, ma in senso inverso; cioè dovrebbero vietare l'iscrizione a ragazzi al di sotto di una certa età; tuttavia nessuna lo fa in modo serio e forse non sarebbe nemmeno praticabile]. 

Quindi, se questa teoria è confermata, assisteremo a un continuo florilegio di nuove piattaforme, tendenzialmente sempre più "leggere" e "spensierate" [nota: volevo scrivere "stupide" ma poi ho pensato sarebbe stato troppo da vecchio bacchettone fuori dal tempo], nate unicamente per raccogliere i fuggiaschi che - sostanzialmente - vogliono solo sfuggire all'occhio vigile di genitori, zii e fratelli maggiori.


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