Trenitalia fa causa a chi usa i suoi dati... e forse anche a chi fa un link al suo sito

Grazie all'articolo di Riccardo Saporiti per Wired Italia vengo a conoscenza della bizzarra diatriba legale che vede protagonisti da un lato Trenitalia dall'altro Trenit (startup con base a Londra ma creata dall'italiano Daniele Baroncelli). La prima ha fatto causa alla seconda per aver utilizzato all'interno della sua app i dati relativi al traffico ferroviario esposti sul sito Viaggiatreno.it senza però aver chiesto autorizzazione, bensì considerandoli #opendata liberamente riutilizzabili da chiunque.
Saporiti si ferma più sull'aspetto etico chiedendosi che senso abbia che dati raccolti e gestiti da un'azienda pubblica e relativi a un servizio pubblico che viaggia su una rete di proprietà anch'essa pubblica, possano essere trattati come proprietari.

Io invece mi sono sempre occupato dell'aspetto giuridico del fenomeno Open Data e questa notizia ha generato in me un prurito intellettuale non da poco. Purtroppo però per poter offrire un'argomentazione più solida avrei bisogno di qualche elemento in più ma non sono sicuro che le due parti interessate abbiano voglia di condividere gli atti di causa (che ovviamente sono sottoposti a vincoli di riservatezza e a segreto professionale). Per ora quello che sappiamo della vicenda lo sappiamo solo dal comunicato rilasciato da Trenit (vedi) e dalle interviste rilasciate in questi giorni dai responsabili della startup.

L'unico documento "legalese" che ho avuto occasione di leggere sono i termini d'uso del sito Viaggiatreno nel quale ho notato alcuni passaggi - per così dire - interessanti. Metto in luce punto per punto le parti a mio avviso più problematiche, che sono proprio quelle relative alla gestione della proprietà intellettuale.

1) «ViaggiaTreno è un marchio registrato di proprietà di Trenitalia S.p.A.. È vietata la riproduzione del marchio salva autorizzazione scritta di Trenitalia S.p.A.. Il marchio ViaggiaTreno ed i nomi "Trenitalia" o "Trenitalia S.p.A.", parzialmente e/o per intero, congiuntamente e/o disgiuntamente, non possono essere utilizzati come indirizzo internet di altri siti, o quale parte di tali indirizzi.» 

Davvero è la prima volta che sento che il diritto di marchio può arrivare a tanto. In pratica, secondo questa impostazione, se io registro il nome a dominio simonealiprandi.it potrei vietare ad altri anche la registrazione di domini che contengano le stesse combinazioni di lettere. Se ad esempio esistesse un signor Simone Alipra automaticamente lui dovrebbe chiedere a me il permesso per poter registrare e utilizzare il dominio simonealipra.it. Lo stesso dicasi per la signora francese Simon Ealì; anche lei dovrebbe chiedere a me il permesso prima di registrare un dominio che rappresenti il suo nome e cognome. Bellissimo. Non ci avevo mai pensato.

2) «Le predette denominazioni non possono essere contenute all'interno dei codici html (o diversi linguaggi di compilazione) delle pagine di altri siti: è infatti vietato il loro utilizzo all'interno dei c.d. meta-tags da parte di soggetti terzi.» 

Anche qui mi sembra che il diritto di marchio sia esteso ben oltre le sue possibilità di tutela. Chi ha scritto questa parti di termini d'uso probabilmente non conosce l'istituto dell'uso del marchio altrui in funzione descrittiva. Pensate a un'officina di riparazione automobili che espone sui suoi depliant la dicitura "Forniamo ricambi solo per automobili Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Opel e Seat": secondo voi dovrà chiedere il permesso per utilizzare questi marchi, oppure l'utilizzo di questi marchi sarà consentito in quanto ha funzione solo descrittiva? [Sì, lo so; spiegato così sembra troppo semplificato; ma per approfondire potete leggere questa tesi di dottorato].

3) «I contenuti, la grafica e le immagini sono soggetti a Copyright. Ogni diritto sui contenuti (a titolo esemplificativo e non esaustivo: l'architettura del servizio, i testi, le immagini grafiche e fotografiche, ecc.) è riservato ai sensi della normativa vigente. I contenuti di ViaggiaTreno non possono, neppure in parte, essere copiati, riprodotti, trasferiti, caricati, pubblicati o distribuiti in qualsiasi modo senza il preventivo consenso scritto della società Trenitalia S.p.A.. È possibile scaricare i contenuti nel proprio computer e/o stampare estratti unicamente per utilizzo personale di carattere informativo.»

Ecco, la classica "pappardella" per dire che sul sito c'è un pieno copyright. La cosa interessante è che non si menzionano i DATI (che sono il pomo della discordia in questa vicenda) ma si parla più che altro di CONTENUTI. È vero che qualcuno potrebbe sostenere che "contenuti" in senso lato potrebbe intendere "tutto ciò che il sito contiene" comprendendo così anche i dati. Ma un giurista che conosce bene la materia suggerirebbe di precisare se anche i dati sono sottoposti a un diritto esclusivo e con quali limiti. Ricordiamo infatti che i dati sono coperti da un diritto diverso rispetto al "classico" copyright: sono coperti dal cosiddetto "diritto sui generis", un diritto che ha dinamiche ben diverse dal copyright che invece si applica ai contenuti.

4) «Qualsiasi forma di link al sito www.ViaggiaTreno.it deve essere preventivamente autorizzata e non deve recare danno all'immagine e alle attività di Trenitalia S.p.A.. È vietato il cd. deep linking ossia l'utilizzo, su siti di soggetti terzi, di parti del Servizio Internet o, comunque, il collegamento diretto alle pagine senza passare per la home page del Servizio Internet.»

Questa è la parte più assurda. Che il link a un sito debba essere pre-autorizzato dal titolare del sito stesso è una teoria che forse circolava in qualche aula di giurisprudenza negli anni 90 quando i giuristi avevano serie difficoltà a inquadrare quella nuova "entità" che era Internet. Ma per fortuna poi tale teoria è stata abbandonata presto. Pensate che cosa sarebbe internet oggi se quella teoria invece avesse preso piede... Probabilmente uno di quei giuristi, che all'epoca aveva 65 anni e adesso ne avrà 90, è finito nell'ufficio legale di Trenitalia e non molla il cadreghino.
Ad ogni modo, per sfregio al diritto (?!?) e come arrogante provocazione mi accingo a linkare al sito senza aver precedentemente chiesto autorizzazione.

Link alla home page: http://www.viaggiatreno.it
Deeplink alla pagina con questi assurdi termini d'uso: http://www.viaggiatreno.it/viaggiatrenonew/index.jsp

Ora resto qui in attesa di azioni legali nei miei confronti.

Commenti

Federico ha detto…
Sarebbe succoso se fosse un caso sui diritti sui generis sui database (anche se Trenitalia è SpA e non PA), ma temo che sia l'ennesimo caso di trademark trolling...
Simone Chiarelli ha detto…
E se io link la tua pagina che linka al link ed al deeplink?

Quando si interrompe la catena?

:-)