Gli americani che bevono l'acqua in bottiglia italiana (e la pagano come la Pepsi)

Ho appena vista la puntata di PresaDiretta di questa settimana (vedi su RaiPlay), dedicata agli impatti del trattato CETA sull'export dei prodotti italiani in Canada.
Fico! Si mostra quanto i Canadesi stanno iniziando ad apprezzare i nostri fiori all'occhiello: i formaggi, i salumi, i vini, la pasta... l'acqua minerale: la San Benedetto, la San Pellegrino, la Ferrarelle. Questa cosa mi manda fuori di testa e mi fa davvero riflettere sulla stupidità umana.
D'altronde, il Canada, un paese che ha gran parte del suo territorio fatto di foreste, laghi e fiumi ancora incontaminati, ha bisogno di far arrivare l'acqua italiana; ovviamente in bottiglie di plastica, che viaggiano prima su navi attraverso l'Oceano Atlantico e poi su camion. Lo capirei se si trattasse del Marocco, del Qatar, di qualsiasi paese con un territorio desertico, con oggettive carenze idriche. Ma il Canada, santo cielo no!
Questa storia mi fa ripensare a quando stavo in California e una volta chiesi a una mia amica americana come mai bevesse l'acqua italiana (nel caso si trattava della San Pellegrino, che in effetti si trova in molti bar e ristoranti USA ad un prezzo simile a quello della Coco Cola o della Pepsi); e la sua risposta fu: "perché ha le bolle!". Terrificante.

Commenti

Anonimo ha detto…
Il marketing ha una parte preminente in tutto ciò, tuttavia a causa della presenza endemica di parassiti come il cryptosporidium e la Giardia nelle acque sorgive canadesi (cerca CANADA AND CRYPTOSPORIDIUM) mentre in Italia

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15932003

la situazione pare essere ben lontana da quei livelli di contaminazione

Potrebbe darsi che risulti più conveniente importare che decontaminare le acque le quali possono ben scorrere in mezzo alla natura selvaggia, ma non essere incontaminate, dato che gli animali possono ben farla dentro i corsi d'acqua