tag:blogger.com,1999:blog-1841610586663520259.post4157698567621398745..comments2024-01-21T13:46:59.712+01:00Comments on SIMONE ALIPRANDI BLOG: Creativo? Ti conviene andare in fabbricaSimone Aliprandihttp://www.blogger.com/profile/11229713114191823599noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-1841610586663520259.post-31880470234840129682014-01-17T10:03:50.843+01:002014-01-17T10:03:50.843+01:00Io di lavoro faccio il Designer (e lo sviluppatore...Io di lavoro faccio il Designer (e lo sviluppatore) e ho percepito i video in questo senso: nelle altre professioni non viene messo in discussione il "principio del cammello", ad esempio se ti aggiusto la tubatura, emetto fattura e tu mi paghi. Nelle professioni creative, almeno nella mia esperienza diretta e indiretta, si verifica che:<br />1) tu non venga pagato, perché serpeggia l'idea che non pagare un creativo sia "meno grave", facilmente anche deducibile dalle uscite poco gradevoli sui costi delle prestazioni dei creativi (celebri i casi dei commenti assurdi ai costi per la realizzazione di un sito ad esempio)<br />2) tu non venga pagato, a priori. Ovvero che ti venga chiesto di fare una prestazione sapendo che non ci sarà budget per pagarti, ma promettendoti che quello che farai sarà una "ricompensa strategica" perché formativa o promozionale o una buona aggiunta al tuo cv. Di nuovo, se hai bisogno di un idraulico non ti passerebbe nemmeno per la testa di convincerlo a farti un lavoro con la promessa che "gli farà curriculum"<br /><br />Sono perfettamente d'accordo con la valutazione sul mercato del lavoro e sulla ridondanza di professionisti creativi (alcuni improvvisati, altri illusi ecc) e credo che la causa possa anche rientrare nel caso del "imbottito di aspettative", ma il tema è (mi permetto di farle questo appunto, bonariamente) che c'è chi questo lavoro lo vuole fare perché ha questa vocazione realmente ed è affogato in questo stantio modo di vedere le professioni immateriali come non di valore.<br /><br />Quindi trovo in realtà molto più grave la prima parte della frase, quel "se vuoi saltare la parte in cui dimostri di meritarti di venire pagato per il tuo lavoro" come se si desse per scontato che i creativi non lo facciano. La verità è che per capire il valore di una cosa fatta da un creativo ci vuole un minimo di rispetto (e vabbè) e di cultura, che non tutti hanno purtroppo.<br />Il che mi starebbe anche bene ad un certo punto, purché io sia pagato per il mio lavoro, ma questo non può verificarsi perché diventa automatico poter giudicare personalmente se un creativo ha fatto bene il suo lavoro o no, pur non avendone le competenze.<br /><br />La mia conclusione quindi è la seguente.<br />In una società che de-evolve culturalmente le professioni creative sono autoreferenziali, nel senso che possono essere capite solo dai creativi e negli ambiti creativi. Hanno senso come asset a prodotti e servizi di cui viene percepito un altro valore, ma non quello creativo. Ad esempio, è chiaro che un Macbookpro ha un valore di creatività altissimo, ma viene pagato tanto non certo per la creatività che c'è dentro. Lo stesso vale per un'auto di lusso: se dici ad una persona di pagare 100K una Porche potrà dirti che ha senso, ma gli spieghi che il progetto di design di quell'auto è costato magari due volte tanto probabilmente ti riderà in faccia.Marcellohttps://www.blogger.com/profile/17275170308353607521noreply@blogger.com