Musei Vaticani e Uffizi creano NFT delle loro opere: ha davvero senso questa iniziativa?

L'iniziativa dei Musei Vaticani di creare un percorso espositivo sul Metaverso con le loro opere sotto forma di NFT annunciata nei giorni scorsi ha generato non poco interesse e clamore. Essa segue una notizia simile annunciata lo scorso anno dalle Gallerie degli Uffizi (che avevo già commentato in questo video).

Avevo già espresso le mie perplessità su questi iniziative che comunque, benché non tutti lo capiscano, tendono a controllare le riproduzioni di opere che invece sono di pubblico dominio e quindi sono patrimonio culturale dell'umanità, riproducibili da chiunque senza dover chiedere il permesso al museo che detiene l'esemplare originale. Queste iniziative sono l'applicazione – lasciatemi dire – distorta e distopica del principio giuridico espresso dall'art. 108 Codice Beni Culturali (e dal corrispondente art. 19 della legge vaticana sui beni culturali), norme che riservano al museo che ha in custodia il bene culturale il diritto di autorizzare alcuni tipi di riproduzioni e che molti studiosi autorevoli hanno criticato in quanto contrarie all'art. 14 della direttiva 2019/790.

Questa mattina ne ho parlato in una intervista telefonica per IusLaw Webradio. La radio dell'avvocatura, (che potete ascoltare in podcast cliccando qui) e in alcuni video pubblicati sui miei canali (che riporterò di seguito appena disponibili).



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