Una proposta per superare l'attuale sistema SIAE

A volte mi sento rivolgere la classica critica del tipo: "Continui a criticare il sistema della SIAE; ma quale sarebbe la tua proposta per migliorarlo?"
In realtà la mia posizione è stata resa nota più volte e in varie occasioni; ad ogni modo colgo l'occasione per chiarirla una volta per tutte in un post schematico e riassuntivo.
Obbiettivo di questo post non è certo sbandierare una soluzione assoluta (tra l'altro ad un problema su cui illustri giuristi ed economisti stanno discutendo da anni senza risposte univoche), ma più che altro quello di avviare un dibattito più efficace in quanto basato su una proposta concreta (benché ancora embrionale).
Sono quindi graditi i commenti (possibilmente civili e sensati) sotto questo post, e ancora più graditi quelli firmati.

step 1) divisione chiara delle funzioni di controllo e accertamento da quelle di gestione e intermediazione
Questo passaggio è preliminare a tutti gli altri. Credo infatti che buona parte delle storture del sistema siano dovute proprio al fatto che queste due funzioni siano in mano allo stesso ente, il quale, per di più, è uno strano ibrido tra un ente pubblico e un ente privato (che tutela interessi privati/commerciali)
Chi si occupa di tutelare e gestire gli interessi degli autori e degli editori non deve essere lo stesso che si occupa del controllo e dell'accertamento presso gli utilizzatori.

step 2) affidamento dell'attività di controllo e accertamento ad un ente pubblico, che deve svolgerla secondo modalità eque e trasparenti.
Credo che in un paese come l'Italia sia utopistico pensare che un sistema di gestione dei diritti totalmente privatizzato e liberalizzato sia in grado di "autoregolarsi" virtuosamente e di gestirsi autonomamente senza ulteriori storture (come ad esempio la creazione di cartelli tra gli operatori). Meglio avere un ente pubblico (un'agenzia, un'autorità indipendente) che prenda in mano la delicata questione e che sia dotato dei necessari poteri autoritativi (di cui gode ora SIAE quando svolge i controlli). Questo ente dovrebbe poi rendere conto periodicamente ai vari enti privati (vedi step 2) che si occupano invece della gestione dei diritti; e nello stesso tempo dovrebbe sottostare alle norme sulla trasparenza e sull'efficienza previste dalle recenti riforme della pubblica amministrazione.
Questo ente si occuperebbe anche di controllare che il flusso dei proventi raccolti venga ripartito ai rispettivi titolari dei diritti secondo criteri equi e trasparenti (come peraltro già chiaramente richiesto dalla Direttiva Barnier).

step 3) liberalizzazione dell'attività di gestione e intermediazione prevista dall'art. 180 LDA (= abolizione del cosiddetto monopolio SIAE)
Creati questi presupposti, allora davvero si può pensare alla liberalizzazione della gestione dei diritti e alla contestuali abolizione del sistema di monopolio ex lege previsto dall'art. 180 della legge sul diritto d'autore. Si potrà quindi lasciare che i titolari dei diritti (autori, editori, produttori) si organizzino in enti di diritto privato (enti associativi, consorzi, federazioni) attraverso i quali gestire al meglio i diritti in gioco
Una semplice liberalizzazione (che non preveda gli step 1 e 2) non avrebbe altro effetto che trasformare un monopolio de jure in un monopolio de facto, dato che nessun ente neocostituito avrebbe la rete di uffici e la struttura organizzativa di cui oggi dispone SIAE; quindi tutti gli altri soggetti dovrebbero comunque appoggiarsi su questa rete e di fatto ci sarebbe sempre un soggetto che detta le regola ai concorrenti.

Nel nuovo modello, il flusso sarebbe quindi il seguente:
un locale vuole organizzare una serata di musica dal vivo; si rivolge all'ente pubblico il quale con criteri moderni, trasparenti e analitici si preoccupa concedere le autorizzazioni all'uso delle opere; il gestore del locale versa all'ente pubblico quanto dovuto a titolo di diritti di utilizzazione secondo tariffe chiare e trasparenti; [se lo ritiene necessario, l'ente pubblico si preoccupa anche di effettuare un controllo presso il locale durante la serata;] l'ente pubblico analizza l'elenco dei brani utilizzati durante la serata e ripartisce i relativi proventi alle rispettive società (private) di gestione dei diritti; queste a loro volta ripartiscono i proventi agli autori iscritti o mandanti (anche in questo caso secondo criteri il più possibile analitici e trasparenti). L'ente pubblico trattiene una provvigione sul servizio svolto, anch'essa calibrata secondo parametri di equità e trasparenza.

E' vero che così si aggiunge un passaggio in più nell'intermediazione; ma credo che, se il sistema venisse implementato in modo efficiente e il più possibile digitale, sia un compromesso accettabile per garantire una reale equità e trasparenza nonché una effettiva concorrenza tra i soggetti privati in gioco.

NOTA: l'ente di controllo di cui allo step 2 si occuperebbe anche del settore dei diritti connessi (già liberalizzato).


Riporto due schemi che chiariscono il passaggio


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